La Testimonianza (dall'intervista a P. Pippo Insana)
Nel ripercorrere il suo cammino di fede P. Pippo Insana si racconta partendo dalla nomina a cappellano dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto ricevuta il 24 dicembre del 1984, dopo una iniziale esperienza come prete operaio in mezzo ai contadini.
Fin da subito si batté per la tutela dei diritti e la dignità dei ricoverati, mettendosi in ascolto delle loro esigenze, della loro fragilità e aprendo la strada ad una visione del detenuto non come numero ma come persona.
Il suo operare andava ben oltre la semplice celebrazione dell’Eucarestia, incentrandosi sulla costruzione di rapporti e di relazioni significative; inoltre, dal momento che la legge, anni addietro, permetteva la fruizione di benefici solo per ricoverati che erano in grado di pagarsi un alloggio all’esterno, discriminando così coloro che versavano in seri problemi economici, P. Pippo inizialmente decise di mettere a disposizione la sua abitazione e successivamente trovò collaborazione e supporto di amici che, seguendo il suo esempio, decisero di fare altrettanto, accogliendo questi soggetti all’interno delle proprie abitazioni, creando un clima accogliente e familiare.
La sua vocazione, da subito, lo condusse nella direzione di tutti quelli che vivono nelle periferie per farsi carico interamente delle loro esigenze, formalizzando il suo impegno e quello di chi da tempo lo affiancava, con la costituzione dell’Associazione “Casa di Solidarietà e Accoglienza”, che si occupasse attivamente non solo dei ricoverati, ma principalmente della lotta per chiusura degli O.P.G.
La nascente Associazione diviene strumento per sopperire alle lacune del sistema sanitario accogliendo quanti, dimessi dall’O.P.G., non avrebbero avuto alcuna alternativa di reinserimento sociale.
L’Associazione, oggi, è impegnata nel fornire a questi particolari soggetti un’abitazione, un’assistenza affettiva nonché il sostegno nella ricerca di una stabile occupazione.
Precisa, infatti, P. Pippo che molti di loro sono riusciti ad inserirsi proficuamente nel territorio, grazie anche alla sensibilità di professionisti ed imprenditori che, accordando fiducia a questa significativa realtà, li hanno assunti.
Sulla scia delle azioni già svolte dall’Associazione si è pensato, inoltre, di ampliare l’offerta accogliendo il messaggio lanciato da Franco Basaglia, psichiatra e neurologo italiano, fondatore della concezione moderna della salute mentale e ispiratore della cosiddetta Legge Basaglia che introdusse un'importante revisione ordinamentale degli ospedali psichiatrici in Italia e promosse notevoli trasformazioni nei trattamenti sul territorio, concependo il disabile psichico come una persona dotata di intelligenza e di sensibilità.
Nel 2000 ecco la svolta! La Banca Commerciale Italiana per festeggiare il centenario dalla sua fondazione, tra le tante realtà associative presenti sul territorio, decide di credere in questo progetto, donando 100 milioni di lire, a cui la Curia aggiungerà altri 50 milioni, serviti per l’acquisto e la ristrutturazione dei locali che attualmente ospitano la “Casa di solidarietà ed accoglienza” che prende il nome dall’Associazione.
Molteplici da allora sono stati i progetti di recupero e di reinserimento dei ricoverati all’interno del tessuto sociale, grazie anche alla collaborazione con altri Enti quali i Comuni, gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.), gli O.P.G. e i Dipartimenti di Salute Mentali (D.S.M.).
In conseguenza di ciò e in linea con l’art. 21 dell’Ordinamento Penitenziario, il quale stabilisce che:“i detenuti e gli internati possono essere assegnati al lavoro all'esterno in condizioni idonee a garantire l'attuazione positiva degli scopi previsti dal trattamento rieducativo”, la “Casa di solidarietà e accoglienza” promuove un laboratorio, atto a produrre oggetti di ceramica attualmente venduti presso un negozio del centro di Barcellona Pozzo di Gotto che tratta articoli di fabbricazione artigianale.
P. Pippo racconta di essersi battuto negli anni per l’ottenimento di una dignità dell’internato, attraverso la possibilità di crearsi una opportunità all’esterno e insieme all’équipe dell’O.P.G. e al D.S.M., anticipando quanto previsto dalla Legge n°81 del 2014, hanno individuato i soggetti idonei per il reinserimento nel contesto sociale. Attraverso Progetti Individualizzati di inserimento lavorativo e l’acquisizione di una piena autonomia e gestione del quotidiano, questi soggetti hanno iniziato un graduale trasferimento in “gruppi appartamento”, Comunità Alloggio, o il reintegro nel proprio contesto familiare. Di fatto, la persona inferma di mente ben compensata riesce a lavorare e vivere una vita normale, inoltre la citata Legge è riuscita a dare delle risposte concrete in fatto di durata della pena, sanando alcune controversie e permettendo a tanti di acquisire l’attesa libertà.
Ad oggi la legge in alternativa alla chiusura degli O.P.G. ha infatti previsto la nascita delle R.E.M.S., ovvero Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, adatte a contenere quei pochi pazienti non idonei ad affrontare un reinserimento sociale. Per la restante parte si aprirebbero così le porte di strutture di accoglienza incentrate sul concetto di famiglia, ne è un esempio la “Casa di solidarietà ed accoglienza”, in cui si respira un clima accogliente e sereno ed in cui, oltre ad operatori qualificati, ruotano un nutrito gruppo di volontari che hanno ben interiorizzato il concetto di solidarietà e di attenzione verso gli ultimi, i più deboli e bisognosi.
Spinto da una forza generata dalla fede e dal messaggio evangelico, P. Pippo vuole lanciare un messaggio alla collettività, in quanto Gesù alla fine della nostra vita ci chiederà conto di quanto abbiamo fatto verso i più deboli, gli affamati, gli assetati, i forestieri, i malati, coloro che noi chiamiamo gli ULTIMI.
P. Pippo ricevendo questo talento ha deciso di metterlo al servizio degli altri; ma tutti noi dobbiamo sentire forte il peso della responsabilità verso i più deboli invece che rimanere indifferenti al grido di chi soffre e vive nel disagio.