Tanto per cominciare
Con immensa gioia siamo lieti quest’oggi di poter presentare all’intera comunità pozzogottese “Tabor 7.0” che vuole e v
orrà essere, per il futuro, uno spazio comunicativo tale da rendere tutti partecipi di avvenimenti e iniziative varie della nostra Parrocchia e non solo, senza distogliere lo sguardo dalle diverse realtà che ci circondano.
Quello che con oggi nasce ufficialmente é frutto del desiderio di riprendere, con un nuovo slancio e con diverse modalità, ciò che per lunghi anni nel passato è stato il progetto del giornalino parrocchiale.
Il nostro periodico prende nome proprio dal Monte Tabor, luogo della trasfigurazione di Gesù che rappresenta il momento in cui Egli ha manifestato la sua natura divina. Dai racconti evangelici sappiamo che quando il Suo volto divenne splendente e le Sue vesti candide come la neve, apparvero nel cielo Mosè ed Elia: l’uno per rappresentare la legge e la prima alleanza tra Dio e il popolo di Israele, l’altro i Profeti che, per lunghi secoli, hanno preannunciato la venuta del Messia.
Il Logo del bollettino parrocchiale tende a ricalcare, attraverso alcuni simboli, quanto appena descritto: le tavole della Legge ricevute da Mosè in cui affonda le sue radici un albero rigoglioso con cui si vuole identificare la Chiesa fondata da Cristo ma che trae origine già da Mosè e dalla prima alleanza fatta dagli israeliti con Dio e la ruota di un carro che ricorda quello di “fuoco e cavalli di fuoco” con cui, secondo il racconto del II Libro dei Re, il profeta Elia venne “rapito” in cielo alla vista del discepolo Eliseo.
Ma non finisce qui: infatti oltre Mosè ed Elia erano presenti sul monte Tabor con Gesù gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni che rimasero stupiti di quanto visto e per bocca di Pietro espressero il desiderio di costruire tre tende (una per Gesù, una per Mosè ed una per Elia) e rimanere lì per continuare ad assaporare la bellezza di quanto stavano vivendo; e così, tornando alla simbologia del Logo, sullo sfondo della scritta vi è un monte che si perde e si confonde con la facciata del nostro Duomo: ciò sta a significare che il “monte” su cui oggi si manifesta costantemente il Signore Gesù è la comunità cristiana e le sue opere di annuncio e ascolto della Parola di Dio e di cura degli emarginati e dei sofferenti.
Attraverso il nostro servizio desideriamo, dunque, mettere al centro ciò che di positivo si è fatto e si cerca di fare, cosicché ciascuno di noi e di chi avrà, ci auguriamo, il piacere di leggerci possa, come Pietro, Giacomo e Giovanni, essere catturato dalla bellezza di stare alla sequela di Gesù tanto da esclamare “Signore è bello per noi essere qui!”.
Con immensa gioia siamo lieti quest’oggi di poter presentare all’intera comunità pozzogottese “Tabor 7.0” che vuole e vorrà essere, per il futuro, uno spazio comunicativo tale da rendere tutti partecipi di avvenimenti e iniziative varie della nostra Parrocchia e non solo, senza distogliere lo sguardo dalle diverse realtà che ci circondano.
Quello che con oggi nasce ufficialmente é frutto del desiderio di riprendere, con un nuovo slancio e con diverse modalità, ciò che per lunghi anni nel passato è stato il progetto del giornalino parrocchiale.
Il nostro periodico prende nome proprio dal Monte Tabor, luogo della trasfigurazione di Gesù che rappresenta il momento in cui Egli ha manifestato la sua natura divina. Dai racconti evangelici sappiamo che quando il Suo volto divenne splendente e le Sue vesti candide come la neve, apparvero nel cielo Mosè ed Elia: l’uno per rappresentare la legge e la prima alleanza tra Dio e il popolo di Israele, l’altro i Profeti che, per lunghi secoli, hanno preannunciato la venuta del Messia.
Il Logo del bollettino parrocchiale tende a ricalcare, attraverso alcuni simboli, quanto appena descritto: le tavole della Legge ricevute da Mosè in cui affonda le sue radici un albero rigoglioso con cui si vuole identificare la Chiesa fondata da Cristo ma che trae origine già da Mosè e dalla prima alleanza fatta dagli israeliti con Dio e la ruota di un carro che ricorda quello di “fuoco e cavalli di fuoco” con cui, secondo il racconto del II Libro dei Re, il profeta Elia venne “rapito” in cielo alla vista del discepolo Eliseo.
Ma non finisce qui: infatti oltre Mosè ed Elia erano presenti sul monte Tabor con Gesù gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni che rimasero stupiti di quanto visto e per bocca di Pietro espressero il desiderio di costruire tre tende (una per Gesù, una per Mosè ed una per Elia) e rimanere lì per continuare ad assaporare la bellezza di quanto stavano vivendo; e così, tornando alla simbologia del Logo, sullo sfondo della scritta vi è un monte che si perde e si confonde con la facciata del nostro Duomo: ciò sta a significare che il “monte” su cui oggi si manifesta costantemente il Signore Gesù è la comunità cristiana e le sue opere di annuncio e ascolto della Parola di Dio e di cura degli emarginati e dei sofferenti.
Attraverso il nostro servizio desideriamo, dunque, mettere al centro ciò che di positivo si è fatto e si cerca di fare, cosicché ciascuno di noi e di chi avrà, ci auguriamo, il piacere di leggerci possa, come Pietro, Giacomo e Giovanni, essere catturato dalla bellezza di stare alla sequela di Gesù tanto da esclamare “Signore è bello per noi essere qui!”.