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Shemà Israel. Ascolta Israele


"Ascolta, popolo mio… Israele, se tu mi ascoltassi!… Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha obbedito… Se il mio popolo mi ascoltasse…!" (Sal 80, 9.12.14): struggente invito all’ascolto, amarezza per il non ascolto, rinnovato appello ed auspicio per l’ascolto.

Ciò che caratterizza l’uomo è l’ascolto dell’Altro, l’uomo è “uditore” della Parola, senza l’ascolto l’uomo semplicemente non è! Ma ancora prima l’Altro, Dio, è ascolto: “ho udito il grido del mio popolo” (Es. 3,7). La vicenda umana è dialogo, ascolto e risposta, intreccio amoroso di gesti e parole tra il divino e l’umano, tra l’io e il tu, ricerca affannosa e trepida di un incontro d’amore tra l’amato e l’amante.

La fede nasce dall’ascolto (Rom. 10, 17): la fede/fiducia in Dio, la fede/fiducia nell’uomo.

Sperimentiamo ogni giorno la nostra sordità, estranei a noi stessi, al nostro “io” profondo, “stranieri” l’uno all’altro, siamo pieni di paura e diffidiamo reciprocamente, storditi dal rumore di una vita convulsa facciamo fatica ad ascoltare le voci di dentro, il Silenzio che diventa grido, gemito dolente, invocazione d’essere ascoltato.

Accade nel nucleo familiare, accade nella chiesa, accade nella società, accade tra culture e religioni diverse di essere sordi all’istanza dell’altro, alla richiesta di umanità.

Parlami ancora, ti ascolto!

“Ci sono cose in un silenzio, che non mi aspettavo mai, vorrei una voce… Ed improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore, stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai, che non avevi perso mai,

che non avevi perso mai”...



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