Premiato al cortotendenza IL MIO ANGOLO
La fotografia e la cinematografia sono le espressioni più nobili per concretizzare la comunicazione e, perché no, per alimentare un dialogo. E così che è nato “Il mio angolo”, sulla scia di un famoso film “Smoke”, il film più sacro che esista per un fotografo. Insieme a Myriem abbiamo cercato di raccontare una delle limitazioni sociali: la libertà, in particolare quella della donna, più precisamente nella cultura araba. Zawyiati in arabo è l’espressione de “Il mio angolo”, una ragazza, che con la fotografia denuncia una sua realtà, e partendo dal famoso angolo di Smoke, lei usa questo linguaggio per fare la metafora della sua vita, che con la fortuna della sua prematura libertà, riuscirà a fotografare fino a 18 anni la sua vita, poi la sua libertà si trasformerà in una sottomissione. Ma è grazie a quelle fotografie scattate che, da ora in poi, guarderà nella sua limitata libertà, le sue foto, che saranno il suo rifugio. Il suo angolo.
Il video è in arabo con sottotitoli in italiano, perché la lingua rappresenta l’intimità della sua vita, e la fotografia è il filtro sociale che ci aiuta ad interpretare. Le musiche di Marco Infantino, sono il supporto essenziale e indispensabile per cogliere la morbidezza del dialogo che nella seconda parte si fà molto più intensa. Il cortometraggio realizzato con Myriem, mi ha dato la possibilità di fare esperienza di integrazione sociale all’interno del mio quartiere multietnico. La base di ogni principio sociale è la conoscenza e la conoscenza è la base per un dialogo, di superamento delle barriere che ostacolano oggi la comunicazione e dietro ad esse, le vere esigenze sociali. Grazie a Myriem e a sua sorella per le abilità espresse, ma grazie a tutti e quanti vorranno condividere con noi questo cortometraggio. Cortometraggio certo, ma per un messaggio: la libertà della donna ancora oggi è un oggetto di discussione e una meta ancora non raggiunta.