Chi di voi è senza peccato Dostoevskij: “se Dio non esiste, tutto è permesso”
Sperimentiamo ogni giorno la forza devastante del male nelle sue molteplici manifestazioni personali, sociali, strutturali socio-politiche ed economiche, morali.
Da dove viene il male? Chi è responsabile del male? Domande antiche e sempre nuove. La sapienza dei popoli ci ha consegnato risposte nei miti, nei simboli, nel linguaggio, nelle epopee, nelle tragedie.
Se talora si afferma una netta distinzione tra il principio del bene ed il principio del male nella diuturna lotta tra tenebre e luce, altre volte si tende a pensare il male come entità sovraumana o banale, più ragionevolmente possiamo affermare che l’uomo, ogni uomo per la sua parte, è responsabile del male. Colpa, macchia, caduta, disobbedienza, errore, nel vocabolario della Bibbia, stanno ad indicare la realtà del male, meglio del peccato.
L’apostolo Paolo ci ricorda che “per la caduta di uno solo la morte regnò a causa di quel solo”(Rom. 5, 17): Adamo, l’uomo, è peccatore, è responsabile del male.
Se oltre duemila migranti si sono inabissati nel Mediterraneo, se migliaia sono i profughi che pressano alle porte dell’Europa, se a centinaia famiglie italiane sono sul lastrico per mancanza di lavoro e quindi di risorse economiche, se la corruzione incancrenisce la pubblica amministrazione, se adolescenti e giovani privi di speranza e di futuro si lasciano irretire, tra dipendenze varie, dagli ultimi scampoli di una società falsamente opulenta o se ne muoiono per droga, se la criminalità organizzata spadroneggia nel controllo del territorio, se per la disperazione qualcuno si toglie la vita, se la comunità cristiana è diventata sterile, incapace di generare nuovi credenti discepoli di Cristo … nessuno di noi è senza peccato.
L’uomo che volta le spalle a Dio, che rifiuta di essere ad immagine e somiglianza di Dio, l’uomo che si fa Dio, l’uomo che vive come se Dio non esistesse, non può riconoscere in sé e negli altri la traccia di Dio, è peccato. Dove non c’è posto per Dio, non c’è più posto per l’uomo.