Credere ancora al Dio della promessa Il grembo sterile della Chiesa
Ottobre segna la ripresa di un percorso per la vita parrocchiale. Alla partenza la gente di sempre: abitudinaria, un po’ infiacchita, con il desiderio certo di qualcosa di nuovo, di un futuro, ma senza troppe attese. L’età avanza ed i segni del tempo che passa si fanno sentire. Ci si guarda intorno e si costata che non si riesce a generare nuovi credenti. E come se il grembo della comunità si sia rinsecchito, sia diventato sterile. Tornano alla mente le parole di papa Francesco: “Se noi come Chiesa non sappiamo generare figli, qualcosa non funziona! La sfida grande della Chiesa oggi è diventare madre: madre! Non una Ong ben organizzata, con tanti piani pastorali … Ne abbiamo bisogno, certo … Ma quello non è l’essenziale, quello è un aiuto. A che cosa? Alla maternità della Chiesa. Se la Chiesa non è madre, è brutto dire che diventa una zitella, ma diventa una zitella! E’ così: non è feconda. (…) L’identità della Chiesa è questa: evangelizzare, cioè fare figli”.
Sara, la moglie di Abramo, donna “avvenente”, “non gli aveva dato figli” e quando ad Abramo, ormai vecchio e vecchia sua moglie, gli viene promesso un figlio “Sara rise dentro di sé” perché avvizzita. Noemi, vedova, si pose in grembo il figlio della nuora Rut e gli fece da nutrice. Elisabetta, nella sua vecchiaia, lei che era detta sterile, ha concepito il figlio Giovanni. Nulla è impossibile a Dio!
Dobbiamo chiedere a Dio il dono di una nuova fecondità, di una nuova maternità, di nuovi figli da generare per l’azione in noi dello Spirito Santo.
La nostra comunità parrocchiale vuole avere lo sguardo compassionevole di Gesù sulle folle del nostro tempo, smarrite e provate da mille difficoltà o allettate da facili e seducenti prospettive di vita. Con tutto il cuore, ogni sorella, ogni fratello, permanga insieme con gli altri fratelli e sorelle nell’ascolto della Parola di Dio, che sola può salvare le anime nostre, nella gioia di celebrare le meraviglie di Dio nei Sacramenti, nel generoso e gratuito servizio di carità verso gli impoveriti del nostro territorio, nella ricerca sincera della comunione con tutti. Chiesa, madre!
Con l’auspicio di papa Francesco: “Una Chiesa che abbia un cuore senza confini, ma non solo il cuore: anche lo sguardo, la dolcezza dello sguardo di Gesù, che spesso è molto più eloquente di tante parole. Le persone si aspettano di trovare in noi lo sguardo di Gesù, a volte senza nemmeno saperlo, quello sguardo sereno, felice che entra nel cuore”, ripartiamo e ci custodisca nel nuovo cammino Maria, colei che in fretta, si mise per strada come portatrice del Vangelo, Cristo Gesù.