Vigilia di Ognissanti o Halloween?
Da qualche anno a questa parte è invalsa la consuetudine anche presso di noi di festeggiare Halloween la sera del 31 ottobre, riprendendo simbologie, riti e tradizioni di quella che per gli inglesi è “ All Hallow ‘Eve”, ovvero la vigilia del giorno di Ognissanti. Folletti, zucche, spiriti, streghe popolano i sogni dei bambini che si travestono e girano per le vie bussando alle porte e chiedendo dolciumi con una formula che suona in tono minaccioso: “Trick or treat!” (“Dolcetto o scherzetto!”). Appropriazione questa di una tradizione culturale che affonda le radici nell’antica festa pagana del Capodanno celtico, la festa di Samhain, che cadeva ai primi di Novembre.
È vero che festeggiare Halloween è parte integrante della conoscenza della civiltà anglosassone e rappresenta, quindi, per i nostri ragazzi l’opportunità di aprirsi ad una cultura “altra”; nello stesso tempo però bisognerebbe non perdere di vista le nostre radici culturali, trasmettendo ai più giovani la conoscenza di usi e credenze che furono delle generazioni passate e che sono strettamente legati al significato cristiano delle festività del primo e del 2 novembre. Nella nostra città, ad esempio, si regalano ai bambini cestini con frutta di pasta martorana e con i “morticini”, i “testi ‘i mottu” o “scardellini”, preparati con la pasta-fiore, con forme di ossa o di teschi. In alcune famiglie si mantiene ancora la tradizione di porre sul tavolo una brocca piena d’acqua, nella notte tra il primo e il 2 Novembre, per dissetare, come si crede, i defunti che tornano sulla terra a farci visita. I crisantemi e il lumino di cera sono poi simboli della pietà cristiana nei confronti dei cari estinti e molti, sicuramente, rammenteranno anche quando, da ragazzi, nel giorno di defunti, si recavano al cimitero con i propri familiari. Quella circostanza diventava un’esperienza carica di pietà e di umanità, poiché spesso ci si soffermava presso le tombe di sconosciuti a leggere le iscrizioni scolpite sulle lapidi, commentandole come pagine di vita, e si riservava un fiore per una tomba spoglia, scelta a caso.
Nostalgia del passato? No, semmai consapevolezza dell’impossibilità di costruire il futuro senza conoscere le proprie radici culturali. Ognuno di noi è costituito da ciò che ha vissuto, da ciò che i suoi familiari hanno vissuto prima di lui, dalla sua tradizione. Festeggiamenti di Halloween e tradizioni locali legate alle festività del primo e del 2 Novembre rappresentano due aspetti differenti ed entrambi validi di una fondamentale questione: la formazione delle nuove generazioni. Conoscere e rispettare la cultura di altri paesi è importante tanto quanto custodire e valorizzare la propria; conoscere il passato permette di conoscere meglio se stessi e il presente, e diventa guida verso un futuro costruito su solide basi.