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Ancora famiglia - Ma quale modello può dirsi famiglia?


Il Sinodo ha colto nel segno: la famiglia oggi vive un problema di identità che coinvolge la società intera.

Il “vecchio” modello della famiglia deve competere con alternative “moderne” e flessibili che rispecchiano e, a loro volta, determinano il contesto socio-culturale. Famiglie di fatto (come se quelle “tradizionali” fossero meno reali!), famiglie allargate, famiglie monogenitoriali, unioni civili anche tra persone dello stesso sesso , famiglie omogenitoriali…

Come porsi di fronte a queste realtà? Tollerare, pur non condividendo le scelte di fondo, e rimanere in linea con una mentalità flessibile, liquida e indifferente e che ormai va per la maggiore; oppure, trincerarsi dietro i propri principi e chiudere le porte al mondo che cambia? Un bivio che tormenta le coscienze più attente ed incontentabili.

Quale risposta? La strada è tutta in salita, irta di ostacoli e con tanti sentieri tra cui scegliere…

Certo, un atteggiamento “disinvolto” sul problema in questione non sempre è sintomo di mentalità aperta: spesso è più comodo accettare piuttosto che discutere e addentrarsi nei termini antropologici e morali della questione.

Perché, in primis, di problema morale si tratta, oltre che sociale. Infatti, nel momento in cui la scelta degli adulti abbia delle ricadute e condizioni lo sviluppo emotivo e psicologico dei minori, la questione non può e non deve rimanere relegata al piano dei “diritti personali” perché coinvolge, nel lungo periodo, la formazione e la crescita di persone che costituiranno la società futura. Il dubbio che contesti “alternativi” di famiglia possano indurre una certa confusione nei piccoli di oggi, adulti di domani, resta: le parole “papà” e “mamma”, i ruoli genitoriali, i rapporti genitori – figli rischiano di essere stravolti e di diventare senza senso, trascinando nel loro dissolvimento anche il concetto stesso di società che sulla famiglia è fondata. Rimane, d’altra parte, lacerante la domanda se l’amore non possa manifestarsi anche in contesti familiari diversi da quelli “tradizionali” e in modo più fruttuoso (talora).

Cerco un appiglio per trovare una via da seguire e attingo dai documenti del Sinodo. A proposito delle unioni omosessuali la posizione della Chiesa è chiara: “la Chiesa ribadisce che ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto …” Si aggiunge, però: ”… non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. A proposito delle unioni di fatto invita a ”cogliere elementi positivi …”, a “valorizzare aspetti evangelici per favorire un cammino verso l’unione sacramentale”, pur riconoscendo che si tratta di una scelta spesso determinata dal contesto culturale ed economico.

Insomma, la Chiesa, ed aggiungerei il buon senso, ci indicano la via dell’accompagnamento, ma anche della fermezza dei principi; ci invita a fare chiarezza in noi stessi per poter accogliere e sostenere l’altro.


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