Educare alla legalità
Fatti, eventi, comportamenti, rumori, echi ci presentato spesso il nostro territorio profondamente segnato e sfregiato da un vero e proprio deficit di senso della legalità, della giustizia e del rispetto, anzitutto umano, dell'altro. Poi, una serie di cortometraggi circolante sul web cristallizza e, forse, denuncia attraverso azioni, parole, modi di fare e di pensare quella che è una realtà e una mentalità diffusa che attira i ragazzi e i giovani che vivono e abitano i quartieri della periferia come del centro della città e che continua a fare "tendenza". Ciò detto non si vuole e non si deve fare di tutta l'erba un fascio, non si vuole e non si deve esaltare una chiassosa minoranza a discapito di una silenziosa e operosa maggioranza. Ma, per il bene che si vuole a questa città, non ci si può non interrogare sul perché diversi, anche tra i più giovani e cioè tra i nati dopo le stragi del 1992 che hanno ricevuto certamente una maggiore istruzione alla legalità, continuino a farsi seguaci, riprendendo le parole di don Ciotti, di una cultura che esalta una libertà degradata ad arbitrio, ad affermazione a scapito degli altri se non contro gli altri e accompagnata dall'idea che ciò che conta è l'immagine, il potere, il possesso, la forza, il denaro. Tutto questo non può non interessare e non scrutare i cuori e le menti di quanti genitori, insegnanti ed educatori vari vogliono e sperano in un domani, anche per questo luogo, migliore e diverso, slegato da quei vecchi costumi e da quei retaggi culturali carichi di vendetta, di sopraffazione, di lotta, di competizione anche violenta. "Educare alla legalità" (titolo di un documento pubblicato dalla conferenza episcopale italiana già nel 1991): sia questo, senza alcun timore, il rafforzato e quotidiano impegno della scuola, delle istituzioni, delle associazioni sportive, dei movimenti, degli oratori e delle comunità parrocchiali presenti e operanti nel territorio e di ogni cittadino che ha a cuore le sorti della nostra Città prima vittima agonizzante di atteggiamenti sbagliati e contrari alla civile e pacifica convivenza.