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C’era una volta Gesù… La trasmissione della fede tra le pareti domestiche


Una vicenda di ordinaria follia e crudeltà, immagini e voci concitate, pianti, grida… Poi i dibattiti, le interviste, i telegiornali che ossessivamente riecheggiano tra le pareti domestiche. Sgomento, incertezza…

Uno scenario che ormai si ripete quotidianamente.

I nostri figli, i più piccoli, ci guardano ed ascoltano anche quando sembrano distratti dalle loro attività e dai loro giochi, poi chiedono: “Mamma, moriremo anche noi? Perché hanno ucciso quelle persone? Quel posto è lontano, vero?” I più grandi si domandano se veramente si profilano nuovi scenari di guerra, consapevoli degli esiti disastrosi che potrebbero profilarsi.

Domande che esigono risposte oneste, ma rispettose della sensibilità e dell’intelligenza dei nostri interlocutori.

Natale è imminente, ci prepariamo ad accogliere Gesù Dio, fatto uomo, che viene tra noi. Come spiegare ai nostri figli che ha ancora un senso questa festa? Come non cedere a sentimenti di odio e scoraggiamento? Come trasmettere all’interno delle pareti domestiche la certezza che, nonostante tutto, Gesù viene ancora per la salvezza di tutti gli uomini?

I genitori cristiani sono chiamati a dare delle risposte, partendo dal vissuto di ognuno, a spiegare fatti ed emozioni alla luce del Vangelo, ad indicare vie concrete per una serena convivenza. Come?

Il “c’era una volta…” che potrebbe ancora affascinare alcuni bambini (pochi, in realtà) perde la sua efficacia con gli adolescenti, pronti a condannare l’incoerenza del comportamento di molti adulti, specie se genitori. I nostri figli ci chiedono non belle parole, ma gesti d’amore concreti e coerenti. Calare le risposte nel contesto reale della vita scolastica e familiare, con la semplicità dei gesti quotidiani: invitare a tollerare il compagno molesto, ad ascoltare l’opinione altrui con rispetto, a porgere l’altra guancia, a considerare anche il disagio o il dolore di chi sta dall’altra parte; incoraggiare a non chiudersi per la paura, ma ad affrontare tutto col coraggio della buona coscienza e con la certezza di una protezione celeste.

La catechesi passa in primis dalla famiglia che, con uno di stile di vita cristiano predispone i propri figli a vivere una dimensione ecclesiale fruttuosa, gioiosa e consapevole. Gesù allora non sarà una bella favola lontana, ma una persona viva.


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