Perché la COP sei tu!
Dal 30 novembre all’11 dicembre a Parigi si è tenuta la ventunesima Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCC “United Nations Framework on Climate Change”), adottata a Rio de Janeiro nel ben lontano 1992. L’evento, che ha riunito 195 delegazioni di Paesi diversi, associazioni e moltissimi cittadini, ha avuto come obiettivo quello di trovare un accordo internazionale che vincolasse gli Stati a ridurre le proprie emissioni in modo tale da impedire l’innalzamento delle temperature oltre i 2°C. Nonostante il patto raggiunto non sia da considerarsi una vittoria sotto diversi aspetti (tra i tanti: questo non è vincolante, il che vuol dire che ogni Stato adotterà le misure ritenute più opportune in base ad alcuni criteri nazionali, senza sanzioni di alcun tipo!), sono ottimista perché per la prima volta una conferenza del genere ha visto una mobilitazione giovanile senza precedenti: il 12 dicembre, alla chiusura della conferenza, sotto la Tour Eiffel ci siamo ritrovati in 15mila; ci siamo presi per mano formando una catena umana, come a voler dire “Siamo tutti coinvolti nella faccenda sul clima; noi ci mettiamo la faccia, e tu?”. Gli accordi “ai piani alti” non valgono nulla senza la consapevolezza da parte dei cittadini della necessità di un cambiamento. Dire oggi che le nostre politiche sul clima devono cambiare vuol dire prendere coscienza del fatto che ogni nostra azione, a casa, in ufficio, nei locali, ha un’incidenza non indifferente sul nostro mondo e che, se veramente ci teniamo, dovremmo essere disposti a prendercene cura. Come? Scegliendo giorno per giorno di cambiare il nostro stile di vita verso una direzione più sostenibile.