S. Teresa d’Avila Avere Dio per amico
Nell’anno appena trascorso, abbiamo celebrato i 500 anni dalla nascita di Teresa d’Avila. La peculiarità della sua vita è stata l’esperienza e la testimonianza della presenza di Dio, come realtà vivente, nel cuore di una creatura umana. Proprio in forza della sua esperienza, nell’arco di tanti secoli, Teresa ha affascinato, conducendo verso Dio, numerosi uomini e donne in ricerca del volto del Dio Vivente e desiderosi di dare pienezza di senso alla propria vita. Teresa nasce ad Avila (Spagna) il 28 marzo 151. Ancora bambina è introdotta alla preghiera e alla lettura di romanzi cavallereschi. All’età di 20 anni entra nel Monastero delle Carmelitane, con il proposito di dedicarsi totalmente a Dio. Teresa è una donna simpatica ed espansiva, con uno spiccato senso dell’umorismo e di ilarità. Si reputa “una grande peccatrice”, salvata per un capolavoro della misericordia divina. “Chi comincia a servire il Signore – dice Teresa – il meno che possa fare è offrirgli la vita”. Tale offerta lei la esprime nella fedeltà alla preghiera che definisce: “un intimo rapporto d’amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con colui da cui so d’essere amata”. L’intimità con Dio è mediata dalla relazione amicale con Gesù che per Teresa è “l’Amico del cuore”: “Cristo è un buonissimo amico, ci è di grande compagnia perché lo vediamo uomo come noi, soggetto alle nostre debolezze e sofferenze. Lui sempre ci aiuta e ci incoraggia”. Un altro tratto caratteristico dell’itinerario spirituale di Teresa è l’amore alla Chiesa che l’accompagna lungo tutto il cammino della vita. La Chiesa del XVI sec. è lacerata dalla Riforma Luterana, mentre la contro-riforma cattolica fa fatica ad avviare il rinnovamento auspicato. Teresa si sente interpellata in prima persona da questa situazione, e si rende protagonista, con la preghiera e con le opere. L’idea della Riforma del Carmelo nasce in lei in quest’ottica di risposta propositiva alla crisi della vita religiosa e della Chiesa del suo tempo.
Nel suo progetto ogni monastero ripropone l’ideale della prima comunità cristiana, come descritta negli Atti degli Apostoli: segno che richiami un ritorno a Cristo e un ascolto profondo del suo vangelo, una testimonianza di povertà evangelica, di sonorità/fraternità, un luogo di evangelizzazione che si impone non per la forza delle argomentazioni, ma per la vita che vi si esprime. Teresa muore il 4 ottobre 1582; nel 1622 viene proclamata “Santa”, e nel 1970 Paolo VI le conferisce il titolo di “Dottore della Chiesa”. Principali opere di S. Teresa sono: Libro della vita, Cammino di Perfezione; Il Castello interiore; Fondazioni.
L’esperienza di vita di Teresa ne fa una testimone attuale per il nostro tempo. Ella ci insegna a guardare con occhi aperti la realtà di oggi e di stare nella storia non come persone e comunità fiacche e rassegnate, ma da protagonisti con la testimonianza del nostro vissuto serio e coerente. Alle donne e agli uomini di oggi, Teresa propone i valori dell’amicizia e della solidarietà, e ci invita ad essere cercatori di Dio Amico, che si lascia incontrare nel nostro cuore, dove Egli risiede come in un “Castello”, per saziare la sete di infinito presente in ciascuno di noi.