Sant’Auxenzio La tela del ‘600 restaurata
Il 17 Marzo, nella chiesa di gesù e Maria, dopo essere stata restaurata, è stata riconsegnata alla comunità pozzogottese e all’intera città la pala d’altare di Sant’Auxenzio, datata al 1677 e attribuita al castrense Filippo Iannelli. All’evento, moderato da Padre Santino, hanno partecipato il Sindaco Roberto Materia, la Dott.ssa Musolino, coordinatrice della Sovrintendenza del settore beni storico-artistici, la Dott.ssa Lanuzza, storico dell’arte che ha seguito attentamente le varie fasi del restauro, la restauratrice Marianna Saporito e lo ieromonaco greco - ortodosso P. Alessio. Il restauro è stato possibile grazie all’interessamento della confraternita di Sant’Eusenzio e dei diversi fedeli che hanno voluto contribuire alle spese. Dopo aver introdotto la manifestazione, P. Santino ha lasciato la parola al Sindaco il quale, entusiasta, ha parlato di Pozzo di Gotto come di un potenziale centro storico ricco culturalmente, artisticamente e strettamente legato alle tradizioni. E’ seguito l’intervento della Dott.ssa Musolino, soffermatasi in particolar modo sulla vivacità delle piccole comunità, le quali anche se in assenza di fondi regionali/statali, si prodigano nella salvaguardia delle opere storico-artistiche a carattere religioso. Dopo questi brev indirizzi di saluto, la restauratrice Marianna Saporito, avvalendosi di immagini relative alle varie fasi di ripristino dell’opera,ne ha, dapprima, descritto le caratteristiche: tela di canapa su cui è stata applicata una mistura a base di gesso, colla, olio e pigmento bruno, usata come collante per la pittura nel modo in cui venivano preparate tipicamente le opere del tempo. In seguito, ha discusso della conservazione dell’opera, che sporca e rivestita da strati di vernici alterate, presentava lacune sia a livello della tela, sia a livello pittorico. A causa della sua natura igroscopica, la tela ha subito in varie zone il distacco della pellicola di pittura soprastante, particolarmente nella parte in alto a destra a causa di infiltrazioni d’acqua. E’ stato inoltre riscontrato che la cornice presente non è quella originale, poiché ha una dimensione maggiore rispetto alla tela ed è decorata con foglia oro a mecca tipica dello stile ottocentesco. La dott.ssa ha poi illustrato i vari passaggi eseguiti durante l’intervento di restauro: e ffettuata la pulitura, la tela è stata trattata in tutte le sue parti in maniera reversibile e compatibile con l’opera, utilizzando disinfettanti, colle vegetali ed animali ed è stata rifoderata su una tela di lino e si è proseguito con la reintegrazione pittorica, facendo uso della tecnica del “rigatino”. Terminato l’esaustivo intervento tecnico della Saporito, ha preso la parola la dott.ssa Lanuzza che ha presentato l’opera dal punto di vista storico-artistico: la rappresentazione di Sant’Auxenzio come figura isolata, la presenza di un ampio tendaggio e dell’apertura paesaggistica sullo sfondo, riconduce l’opera alla corte spagnola di Filippo II. Inoltre, paragonandola ad altre opere locali dell’epoca, si è visto come la tela presenta un carattere eclettico, che si rifà al caravaggismo. Per di più, molte sono le caratteristiche in comune con un’altra opera attribita allo stesso Iannelli, già presente nella Chiesa di Gesù e Maria la Madonna Odigitria. A Concludere questo momento altamente culturale, arricchito dalla presenza di un vasto uditorio e che è servito a scrivere, certamente, una bella pagina per Pozzo di Gotto, è stato P. Alessio il quale nel suo ineccepibilmente raffinato intervento si è soffermato sulla figura storica del Santo, Martire dell’Armenia, presente da secoli nel culto bizantino.