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Annunciamo la tua morte,


A settembre 2015 appariva chiaro a tutta l’opinione pubblica, ecclesiale e non, che la repentina ed improvvisa rinuncia, dimissione(?), dell’arcivescovo pro-tempore di Messina avrebbe lasciato tracce notevoli nel tempo per il contesto un po’ confuso in cui accadde il fatto: motivi di salute, buco finanziario, eredità ricevuta, scelte opinabili ed affrettate di uomini per l’organizzazione centrale e periferica della pastorale, conduzione economica. Dubbi furono pure sollevati per la nomina di un amministratore apostolico vescovo residenziale di altra diocesi che, in verità, da subito fece intendere di aver poco tempo disponibile per la gestione di una diocesi vasta e complessa come Messina. A febbraio 2016 le comunità parrocchiali furono sollecitate ad intensificare la preghiera “pro-eligendo episcopo” e fino al venerdì santo fu proposta una formula adeguata ad hoc. Quando si coglieva nell’aria l’imminenza della nomina del nuovo arcivescovo, il 4 aprile u.s. arriva, invece, l’annuncio della nomina di un nuovo amministratore apostolico che potesse stare in sede. Fin qui, in modo sommario, la cronaca di un momento di vita non facile della chiesa messinese. La gente si interroga: quali nodi irrisolti permangono, nonostante i sette mesi circa d’amministrazione apostolica, tanto da indurre la S. Sede a temporeggiare nella individuazione di un vescovo adatto alla nostra Chiesa?; il perdurare, nessuno sa per quanto tempo, di questa situazione di precarietà e di liquidità del governo pastorale che giocoforza deve contare su l’establishment, cerchio magico, targato La Piana e che non potrà operare scelte di ampio respiro per il futuro, quanto nuocerà all’immagine di una chiesa descritta dagli opinion’s makers come dilacerata nel suo clero e nelle sue membra, pur nella ricchezza di una vitalità di iniziative che riesce comunque ad esprimere?

Con l’intelligenza della fede “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rom. 8, 26) e che la Chiesa ”prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”. (S. Agostino)

E’ tempo di Pasqua, tempo di gioia e di rinnovamento sotto l’azione dello Spirito Santo. Il Signore Risorto donerà alla nostra comunità parrocchiale nuovi fratelli generati nelle acque del battesimo, adulti confermati nella fede e nuovi fanciulli che condivideranno con noi il banchetto domenicale. Rendiamo grazie al Dio Vivente! Se portiamo nel corpo ecclesiale le ferite, ricordiamoci che il corpo glorioso di Cristo offerto allo sguardo di fede degli apostoli e di Tommaso porta, pur sempre, i segni della Passione.

“O Croce di Cristo, insegnaci che l’alba del sole è più forte dell’oscurità della notte. O Croce di Cristo, insegnaci che l’apparente vittoria del male si dissipa davanti alla tomba vuota e di fronte alla certezza della Risurrezione e dell’amore di Dio che nulla può sconfiggere od oscurare o indebolire. Amen!” (papa Francesco)

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