Da ritrovate carte del settecento - Uno spaccato della comunità religiosa pozzogottese
Ritrovare un manoscritto è sempre motivo di curiosità ed interesse. Riscoprire due libri che documentano quasi un secolo di vita di un sodalizio religioso lo è molto di più, a maggior ragione se il sodalizio continua ancora oggi la sua missione e, pur essendo di antica fondazione, non possa con alcun atto certificarne la nascita. Ho provato una grande emozione quando mons. Santino Colosi, arciprete della parrocchia di S. Maria Assunta, chiesa madre di Pozzo di Gotto, ha diffuso su facebook la riproduzione del frontespizio di un antico manoscritto in bella e chiara grafia che così recitava “Libro d'Introito, ed Esito delle Rendite, e Proventi del Venerabile Oratorio delle Anime del Purgatorio sotto titolo dell'Immaculata Concezzione (sic!), incomincia dal primo xbre 1746”, anticipando una notizia i cui dettagli sarebbero resi noti su Tabor 7.0. Colgo l'occasione per ringraziare il Padre Spirituale e il Governatore della Confraternita Sig. Saro Cutropia per avermi accordato il privilegio di avere in anteprima fra le mani i preziosi documenti. Si tratta di due libri contabili, di introito ed esito appunto, ben conservati e che registrano le entrate e le spese che la Congregazione delli Morti, come a volte viene definita, doveva annualmente affrontare per il buon funzionamento del sodalizio. Il primo volume si riferisce agli anni che vanno dal 1746, essendo Procuratore D. Vittorio Franchina e Sacerdoti D. Antonino Di Fego e D. Felice Caizzone, concludendosi nel 1808. Il successivo prende l'avvio nel 1809 e si interrompe nel 1831. Uno sguardo sommario alle antiche carte ci ha reso edotti dello scrupolo con cui venivano annotati i profitti derivanti dal patrimonio posseduto, costituito da case e terreni lasciati dai benefattori, a partire dall'importante donazione di Donna Franca Caracciolo e Papa, che risulta registrata nel 1693 presso il notar Caracciolo, o di quella di suor Beatrice Funi, ratificata con atto stilato il 27 settembre 1793 dal notar Simone Rossitto. Beni che, oltre all'affitto di case e botteghe, procuravano annualmente seta, olio, vino, tabacco. Altre entrate derivavano dalla questua che periodicamente i confratelli erano obbligati a fare. La stessa attenzione alla registrazione degli introiti veniva riservata a quella degli esiti. Una delle più importanti spese sostenute ogni anno era per le “quarant’ore”, in occasione della festa dell'Immacolata, quando si svolgeva la rituale processione ed era necessario provvedere alla cera e ai mortaretti, ma anche agli strumenti musicali quali il cembalo e i violini. Ricorrenti le uscite necessarie per le offerte da elargire ai predicatori, quali ad esempio nel dicembre del 1748 al padre Filippo della Trinità o in seguito ai sacerdoti Don Domenico Consiglia, Don Giosafat Maggio, Don Francesco Ilacqua, i quali svolgevano il loro ufficio durante determinati periodi dell'anno liturgico, particolarmente in Quaresima e ancor di più nella Settimana Santa; e ancora, quelle per i sagrestani o per gli oggetti sacri dati in prestito dalla Madrice San Vito. Periodicamente venivano affrontate le spese per la risistemazione delle cappe dei confratelli incaricati della questua o per il rinnovo o la doratura delle cornici delle carte gloria, cioè delle tabelle poste sull'altare e contenenti le preghiere fisse che il sacerdote leggeva durante la liturgia. Interessante risulta conoscere che il 6 febbraio del 1746 la Confraternita si fece carico di sopperire ai danni strutturali subiti dall'Oratorio a causa del terremoto, o che Filippo Vescosi il 20 marzo 1755 ricevette la somma di tarì 3 per acconciare il Crocifisso. Ed ancora: il 15 agosto del 1757 Valentino e Michele Bonsignore ricevono once 2 e tarì 9 per la doratura e la pittura del banco degli officiali e le porticelle dell'Oratorio; mastro Onofrio Mirenda con un atto stilato presso notar Diego Caracciolo accetta di sistemare le sedie per la somma di 8 once. Questo naturalmente è soltanto un piccolissimo assaggio di quanto i due manoscritti contengono. Notizie preziose che, opportunamente studiate, gettano luce sulla storia, non solo della Confraternita in oggetto, ma dell'intera comunità cittadina.. Il lavoro si presenta molto impegnativo e presuppone passione, pazienza e competenza, ma sicuramente i risultati compenseranno gli sforzi sostenuti. Il nobile gesto di consegna dei due antichi libri, custoditi da eredi di membri della Confraternita, possa essere l'inizio di un ritorno di quanto nel tempo sia stato disperso o trafugato. Grazie alla Confraternita delle Anime del Purgatorio per l'impegno profuso all'interno della comunità religiosa pozzogottese. Infine, non si può non esprimere un sentimento di gratitudine a mons. Colosi per la solerzia e il trasporto con cui sta rivalutando il patrimonio storico-artistico della parrocchia di cui è pastore.