La fede nasce dall’ascolto - La Bibbia: Parola di Dio per noi
Che i cattolici leggono poco la Bibbia è un dato di fatto. Un sondaggio di pochi anni fa rivela che più del 70% degli italiani non ha mai letto il Vangelo, e solo il 10-15% lo ha letto almeno una volta. Sono dati sbalorditivi se teniamo conto che la maggior parte degli intervistati sostiene di essere credente e il 20% circa di essi si dice praticante. Se è vero come è vero che la fede cristiana non è la fede in un libro, è anche vero però che la conoscenza di Gesù passa necessariamente attraverso la conoscenza del Vangelo. “L’ignoranza della Scrittura, è ignoranza di Cristo”, afferma S. Girolamo nel suo prologo al commento del profeta Isaia. E' proprio attraverso la lettura dei testi sacri che il credente è chiamato a nutrire e rendere salda la propria fede. Che genere di fede dunque può mai essere la nostra se è separata dalla conoscenza del Signore Gesù? Quale spessore può avere una fede in cui il Vangelo non sta alla base della vita del credente? Per la mia esperienza, ritengo che la vita di fede di gran parte di noi cattolici sia fatta di riti e di devozioni, ridotta sovente ad una realtà culturale o sociologica, e corre il grave rischio di diventare una superstizione. Diverse le ragioni per le quali, ancora oggi, attingiamo così poco alla Bibbia. Innanzitutto a causa del grave ritardo con cui le Scritture hanno potuto divenire un testo di facile accesso per i credenti, cosa avvenuta solo dopo il Concilio Vaticano II. Altra ragione è la reale difficoltà a comprendere testi che, privi delle idonee chiavi di lettura, sono di difficile interpretazione. Inoltre “oggi molti sentono difficile l'atto stesso della lettura. 'L'efficientismo ecclesiale' ed il primato accordato nelle parrocchie ad attività organizzative ed assistenziali, di animazione e di carità, non favoriscono certo il radicarsi della lettura biblica come elemento importante nella formazione di fede del cristiano”(E. Bianchi). Ritengo perciò necessaria una catechesi ed una pastorale sempre più fondata sul Vangelo, come decretato nella Costituzione Dei Verbum al n°25, diffondendo la pratica della Lectio Divina e servendosi in modo particolare dei testi sacri per la preghiera, perché il credente possa finalmente ed in pienezza gustare tutta “la sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, Signore nostro”. (Fil 3,8)