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Il diaconato femminile - Le nuove frontiere della chiesa


"Diaconato femminile? Un'altra picconata di Bergoglio contro i Sacramenti", "Diaconato femminile: si, no, forse", "Donne nella Chiesa, il Papa apre al diaconato femminile", "Donne diacono. Cardinale Kasper: sarà battaglia feroce"; questi alcuni dei titoli comparsi sulle testate giornalistiche e sui Blog in rete dopo che lo scorso 12 maggio Papa Francesco, ricevendo nell’Aula Paolo VI in Vaticano le partecipanti all’Assemblea plenaria delle Superiori generali, in risposta alla domanda sul perché la chiesa escluda le donne dal servire come diaconi, si era impegnato ad istituire una Commissione di studio sul diaconato femminile.

Il 2 agosto scorso il Papa, dopo intensa preghiera e maturata riflessione, ha costituito la Commissione studio affidando a 12 persone, provenienti da ogni parte del mondo, lo studio della questione sotto il profilo storico. Forme di servizio femminile sono state peraltro già da tempo istituzionalizzate, ad esempio nella diocesi di Padova prendendo il nome di «collaboratrici apostoliche diocesane». Tra i compiti a cui sono chiamate queste donne, che non hanno mai ricevuto l’ordinazione diaconale, «c’è l’annuncio della Parola, l’educazione alla fede, le opere di carità al servizio dei poveri, la distribuzione della comunione, l’animazione della liturgia, o la gestione di strutture come scuole e istituti». Nell’antichità le prime testimonianze sulle “diaconesse” risalgono al passo della Lettera ai Romani di Paolo dove è menzionata una certa Febe, «diacono della Chiesa che è in Cencre». Verso l’anno 112, poi, Plinio il Giovane rileva in Bitinia l’esistenza di donne che, nonostante la bassa estrazione sociale, esercitavano nella comunità cristiana il ruolo di ministrae (in greco, diacone). Fin da queste attestazioni, però, si presenta la difficoltà di comprendere in che cosa consistesse, nella teoria e nella pratica, questo servizio di diakonía femminile, in un periodo in cui l’organizzazione gerarchica e ministeriale delle diverse Chiese era disorganica e in via di formazione. Le donne diacono, comunque, non erano il corrispondente femminile dei diaconi, ma avevano un ministero particolare. Per il diacono era previsto il servizio all’altare, per le donne no. Le diaconesse erano incaricate di ungere il corpo delle donne nel battesimo degli adulti. Un altro servizio affidato a loro era quello di verificare le percosse sul corpo delle donne nel caso di violenza fatta dal marito e portata in giudizio davanti al vescovo. Nuovi studi sul diaconato femminile nella Chiesa dei primi secoli, sui suoi compiti e ruoli confrontati con quello maschile, potrebbero schiudere nuove possibilità e nuove forme di servizio consacrato al di fuori degli ordini religiosi femminili già esistenti. "La Chiesa ha bisogno che le donne entrino nel processo decisionale" dice Papa Francesco "anche che possano guidare un ufficio in Vaticano". Dunque, ciò che Papa Bergoglio desidera è un "ruolo crescente delle donne nella Chiesa". Non si tratta di "femminismo", ma di "un diritto di tutti i battezzati: maschi e femmine".


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