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Islam e Occidente - Interrogativi per una integrazione che non c'é


Un dato é ormai certo: l'epoca che stiamo vivendo sarà ricordata dalla storia come quella che, dopo secoli in cui gli Stati nazionali con i propri confini definiti e con la popolazione autoctona, o quantomeno ritenuta tale, ivi stanziata sono stati dei punti fermi, ha visto un vero e proprio ribaltamento di tutto ciò. La globalizzazione prima e i grandi movimenti migratori di donne e uomini provenienti dall'Africa e dal continente asiatico dopo ne sono stati, ne sono e ne saranno la causa. Come se non bastasse, guardando in casa nostra, nell'Europa dei popoli e delle Nazioni in cui, pur nel rispetto delle differenze, si era riuscito ad abbattere, ideologicamente e materialmente, ogni sorta di muro, oggi si assiste ad una loro vera e propria restaurazione. Questo non potrà però fermare tale ciclo che secondo gli analisti andrà avanti ancora per un ventennio circa. Saremo chiamati, qualora già non lo fossimo, a vivere e a convivere con persone che hanno - anche questo é un dato di fatto - una cultura, una ideologia, una storia, una religione, un'idea di uomo, una concezione di Stato e di comunità civile totalmente diversa dalla nostra e che ha a suo fondamento il Corano e quindi la dottrina, o meglio, l'indottrinamento islamico. É innegabile e, forse, anche comprensibile che la presenza islamica, fattasi oggi più consistente, fa sorgere oltre che ansie di ogni tipo anche diversi interrogativi a livello europeo e, anche per quel che ci riguarda, a livello italiano: come si svilupperà l’Islam in Europa e in Italia nel prossimo futuro? Sarà aggressivo, prepotente e vorrà far scomparire il cristianesimo come ha fatto nel Nord Africa e come sta facendo in Medio Oriente, anche per le predicazioni di certi imam aggressivi nei confronti dei cristiani? Perché i musulmani possono costruire le loro moschee in Europa senza alcun controllo e con quali finanziamenti lo fanno? Come si potrà conciliare la legge islamica con gli ordinamenti giuridici europei e come si potrà conciliare la laicità culturale europea con l’Islam? Altro nodo da sciogliere è quello del rapporto tra lo Stato e la Religione e da ciò il serio problema del rapporto tra la sharìa e i diritti dell’uomo, il diritto di famiglia, l’emancipazione della donna e l’uguaglianza legale e sociale tra uomo e donna. Porre questo tipo di questioni non vuole essere un atto di accusa o di rifiuto nei confronti dei fratelli islamici ma vuole servire, per quanto possibile, da monito a non lasciare che su argomenti del genere,che ci riguardano da molto vicino in quanto nella nostra stessa Città la comunità islamica é viva e presente, si cada in superficiali e ingenue conclusioni. Il dialogo e la conoscenza reciproca costituiscono, certamente, gli aspetti essenziali del servizio che i cittadini cristiani possono offrire alla società, dove é in gioco la loro credibilità e la loro testimonianza. Siamo posti tutti dinnanzi a delle sfide. É una sfida questa per i cristiani e le chiese dell'Europa che, chiamati dal Vangelo ad essere costruttori di pace, non possono esimersi dal creare “nuovi” legami con i musulmani avviandosi all’incontro ed al dialogo, con coraggio e pazienza. Ma una sfida lo é anche per i musulmani d'Europa che, fuori dal recinto storico-geografico dell'Islam tradizionale, sono posti innanzi ad un contesto come quello europeo e occidentale con il quale confrontarsi nel tempo e con i tempi giusti e necessari a che ciò porti i suoi, ci auguriamo tutti, buoni e pacifici frutti.

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