Prete - Come una madre, come un padre
E poi, d’improvviso, ti accorgi che gli anni sono trascorsi come un soffio. Una lunghissima teoria di volti, di nomi, di storie e di vicende che come tessere, tutte necessarie ed importanti, compongono il mosaico della tua vita come una icona. Se, per certo, non si addice al mio vissuto l’incipit dei “Racconti di un pellegrino russo”, "Per grazia di Dio sono uomo e cristiano, per azioni grande peccatore, per vocazione pellegrino della specie più misera, errante di luogo in luogo. I miei beni terrestri sono una bisaccia sul dorso con un po' di pan secco e, nella tasca interna del camiciotto, la Sacra Bibbia. Null'altro.", sento profondamente di poter far mia la preghiera “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore“. Chiamato, per grazia, al ministero presbiterale ho la consapevolezza di Paolo, apostolo del Signore, di portare un tesoro in un vaso di creta! Il Signore mi ha dato di predicare il vangelo, di celebrare i sacramenti, di testimoniare la carità presiedendo, non per forza ma per amore, comunità parrocchiali diverse, ciascuna con una propria storia, con i propri carismi, con i propri limiti, con le proprie attese e speranze, con le proprie angosce e lacrime, ed in tutte ho riscontrato uomini e donne amati da Dio, segno e presenza del regno di Dio. Vorrei poter far mie le parole di Paolo ai Tessalonicesi (2, 7-12) nell’apprestarmi al giro di boa di quarant’anni di ministero, pur nella distanza abissale: “Siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari… e sapete anche che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di quel Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria”. Ecco la generatività, le viscere di madre e di padre verso tutti, è la cifra tipica e caratterizzante il ministero del presbitero. A fatica, ogni giorno, tento di diventare in colui che mi dà forza, un fratello tra fratelli per un servizio di maternità e di paternità nella fede. Sia fonte d’ispirazione e guida nel mio agire quanto Giovanni Paolo II ha scritto nella Pastores dabo vobis (35): “Il servizio d'amore è il senso fondamentale di ogni vocazione, che trova una realizzazione specifica nella vocazione del sacerdote: egli, infatti, è chiamato a rivivere, nella forma più radicale possibile, la carità pastorale di Gesù, l'amore cioè del buon Pastore che offre la vita per le pecore”.