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La fede


“La fede è un contatto profondamente personale con Dio, che mi tocca nel mio tessuto più intimo e mi mette di fronte al Dio vivente in assoluta immediatezza in modo cioè che io possa parlargli, amarlo ed entrare in comunione con lui”. Benedetto XVI

Quando parliamo di fede subito facciamo riferimento all'esistenza o meno di Dio o a delle verità, a dei dogmi in cui credere ma per noi cristiani, come per i nostri fratelli ebrei, così proprio non è o almeno non dovrebbe essere. L'autore della Lettera di Giacomo lo afferma chiarissimamente:”Tu credi che c'è un solo Dio ? E fai bene: anche i demòni lo credono e tremano!”.(Gc 2,1) Non basta perciò credere all'esistenza di Dio per dirsi donne e uomini di fede. Avere fede invece è quell'atto che consiste nell'edificare la propria esistenza sopra 'qualcosa' di solido, di sicuro (Sal 20,8 ; 125,1). Nella lingua ebraica infatti il concetto della fede viene reso con i derivati della radice 'mn da cui deriva il verbo 'Aman (essere sicuro, credere), i sostantivi 'Emet (Verità/Fedeltà), ed 'Emunah (Fede) che ha il suo corrispettivo in greco nella 'Pistis'. A livello etimologico 'Emunah e Pistis sono discordanti ma nell'ottica della fede cristiana ritengo siano complementari. Mentre 'Emunah indica ciò che è sicuro, solido, costante, Pistis al contrario indica ciò che è legato, ciò che si attacca. L'ebraico esprime la stabilità, l'essere costante dell'oggetto della fede, il greco la fedeltà del soggetto della fede. 'Emunah designa ciò in cui si crede, Pistis designa piuttosto colui che crede. Avere fede significa allora fidarsi del Dio di Gesù, costruire sopra la roccia della sua Parola la nostra casa, sposare fino in fondo il suo progetto d'amore, abbandonarsi in Lui con infinita fiducia, così come fa "un bambino svezzato in braccio a sua madre" (Sal 131,2). Certamente la fede è dono di Dio ma questo dono deve innestarsi necessariamente nella vita concreta dell'uomo, sul suo desiderio di aderirvi con tutto se stesso.”Abramo è il simbolo di coloro che fondano la loro esistenza sulla promessa di Dio e, senza nulla vedere, la orientano verso la realizzazione di quella Parola ascoltata e custodita” (cit.). San Paolo poi metterà come sigillo della vita cristiana proprio la fede, giungendo perfino a dire che è la fede a giustificare coloro che scelgono di seguire Gesù, che è la fede che conduce alla salvezza e non le opere (cf. Gal 2,16). Non una fede astratta, ma una fede che è piena adesione alla persona e al vissuto di Gesù, condivisione piena del progetto d'amore del Padre per ogni creatura, amore divenuto volto e voce nel suo Figlio amato.


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