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La mia città - Prove tecniche di cittadinanza


Barcellona Pozzo di Gotto, città in cui vivo, si adagia su un vasto territorio che da piccole frazioni collinari declina verso il mare. E’ “bagnata” dai torrenti Idria e Longano che alcune volte, in maniera indisciplinata e violenta, escono dalle tombe in cui li hanno costretti a scorrere. E’ una città che negli ultimi anni è cresciuta molto e in modo non sempre corretto e armonico dal punto di vista urbanistico ed architettonico. Non è bella la mia città. Sembra una di quelle giovani donne invecchiate male a furia di partorire figli. E lei di figli ne ha partorito tanti, peccato che i migliori se ne siano andati via, per mancanza di lavoro e prospettive. Altri son rimasti e di alcuni di essi non si può esser certo fieri. Questi figli la disonorano, la umiliano, la sbattono spesso sulle prime pagine della cronaca. Pagine di storia nera mischiate al rosso del sangue. E di sangue ne scorre ancora nella mia città. Molti l’odore si ostinano a non sentirlo ma altri ne sono così nauseati che hanno deciso di dire basta: ai soprusi, al pizzo, alle angherie dei prepotenti, al marciume dei politici, degli imprenditori e dei magistrati corrotti. Hanno detto basta alle logiche della criminalità organizzata e l’hanno fatto con le loro piccole e oneste scelte quotidiane, reclamando i loro diritti e rinunciando ai favori. La coscienza civica pian piano è cresciuta e negli ultimi anni Barcellona ha visto nascere molte associazioni e Laboratori sociali che di giorno in giorno, sul territorio, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, la Magistratura, i Politici onesti, le famiglie più sane, la Scuola, la Comunità cristiana, cercano di educare le giovani generazioni al rispetto della legalità e alla partecipazione attiva alla vita della Città.

Eppure c’è ancora tanto da fare. Basta guardarsi intorno. Strade con asfalto da rifare un po’ dappertutto, disordine, mancanza di lavoro, povertà ed emarginazione, emergenza igienico-ambientale, scarso rispetto delle regole della convivenza civile da parte di tanti. Urge una maggiore crescita culturale dei cittadini. Poche sono le librerie, un po’ di più le ludoteche, tante le chiese, due le moschee per i tanti immigrati che in questi anni hanno messo radici qui. Abbiamo un Auditorium, quello di S. Vito, un bel teatro, il nuovo Placido Mandanici che dopo quasi mezzo secolo è risorto dalle ceneri dell’antico anche se su una sede diversa. C’è un cinema, la biblioteca, musei e molti altri luoghi della cultura che tuttavia sono per lo più disertati. Le iniziative e le lodevoli manifestazioni culturali ottengono scarso successo e affluenza di pubblico. Molte e affollate sono invece le pizzerie, rosticcerie, bar e pasticcerie, pub e camioncini dislocati un po’ dovunque ad offrir panini con wurstel e patatine o kebab. Insieme alla generale crisi economica i grandi ipermercati e centri commerciali ad intra e ad extra hanno quasi distrutto le piccole attività commerciali che fino a un decennio fa erano il fiore all’occhiello della nostra città. Molte di esse hanno già chiuso altre si apprestano a farlo. Anche il settore dei servizi e quello del turismo non sono stati ben sviluppati malgrado la città abbia tante risorse ed una bellissima spiaggia che avrebbe dovuto essere più tutelata e valorizzata con lungimiranza. Proliferano le palestre e le scuole di danza e di ballo ma soprattutto (ed è preoccupante) le bet (case) da gioco in cui giovani si curvano sotto nuovi gioghi che li seducono e imprigionano, trascinando nel vortice della disperazione anche le loro famiglie. Abbiamo poi in città una struttura ospedaliera molto valida, costata nel tempo milioni di euro e ancora in fase di completamento i cui reparti sono in emorragica chiusura. Anche il Pronto Soccorso malgrado le proteste (alquanto flebili per la verità) dei cittadini è destinato a chiudere per la corsa al risparmio dei governi regionale e nazionale. L’ormai acclarata passività di noi cittadini barcellonesi è andata di pari passo con l’ignavia di tanti politici e amministratori che hanno mal servito il bene della nostra Città causando quei mali dai quali adesso non è semplice uscire. Sarà determinante per il futuro che ogni singolo cittadino si assuma il suo carico di responsabilità e si attivi per fare la sua parte ma senza dubbio sarà necessaria una più efficace azione politica degli amministratori locali che in sinergia, mettendo da parte le loro beghe partitiche, attuino quelle scelte che potranno fare di Barcellona una città più vivibile e più sicura attraverso una maggiore attenzione all’emergenza ambientale che mina la salute dei cittadini, la creazione di maggiori spazi verdi che contrastino il cemento che ci sta soffocando, politiche che favoriscano la famiglia, i giovani e la loro vocazione al lavoro e che tutelino le fasce più deboli e più povere della società. Un’attenzione particolare andrebbe riservata anche al ripristino dei centri storici. Molte sono le case e i palazzi di un tempo che pian piano, senza la dovuta cura e conservazione stanno crollando insieme alla nostra memoria storica. Bello sarebbe se invece di continuare ad autorizzare la costruzione di anonimi palazzoni i nostri amministratori promuovessero delle iniziative per garantire il diritto alla casa di tanti che ancora aspettano, ristrutturando tutte quelle case e quei palazzi in disuso, fantasmi di un passato da tanti rimpianto, che caratterizzano il volto delle vie più antiche della città.


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