Un Amore così
ANNUNCIAZIONE
(Arnolfo di Cambio, 1295-1302 ca., Londra, Victoria and Albert Museum)
La valorizzazione del vuoto centrale è la scelta di Arnolfo, non a caso architetto oltre che scultore. Che non soffre di horror vacui, perché sa che in quella zona di silenzio sta avvenendo il miracolo di un incontro: tra l’iniziativa di Dio e la libera adesione di Maria. Per questo edifica una sorta di tempio – leggero, non invadente – su cui pone la mano del Padre e in cui fa intravedere la colomba dello Spirito: entrambe, assieme alla mano dell’angelo, protese verso Maria.
Canta, il sommo poeta Dante, Maria, la vergine madre, e rivolgendosi nella preghiera a lei, quasi le ricorda: “nel ventre tuo si raccese l’amore”. Ecco il mistero della maternità tutta umana e tutta divina di Maria! Realtà storica concreta che ha reso possibile, nell’acconsentimento di una ragazza in età da marito della periferia dell’impero romano, il manifestarsi dell’invisibile Dio, Amore fatto carne nella carne umana. Al coro che, in Interrogatorio a Maria di Giovanni Testori, osa arditamente chiederLe del concepimento accaduto nel suo grembo: “… cos’hai sentito dentro di Te, lì nel Tuo santo ventre, in quel momento?”,“Ti sentisti in quell’attimo piena di un altro corpo, occupata di una dirompente estraneità?”; Maria, con inequivocabili parole, risponde: “Fu un attimo ma non ebbe, non avrà più fine. In me che il Padre perforava dentro il mio giglio nulla, fecondandomi lo Spirito erigeva la Sua grotta, la Sua culla”. Insondabile ed ineffabile comunione tra il Creatore e la sua creatura, abbraccio, carezza, tenerezza, bacio, donazione di sé reciproca all’altro: “M’accolse; di Sé mi penetrò. Dissi: sono tua, Signore”. Solo i poeti ed i mistici posso tanto spingersi nell’esplorazione del mistero! Sia certezza per noi inquieti cercatori di verità, di senso, di bellezza, questa follia di Dio e di Maria di appartenersi nel dono di sé. Il Verbo si è fatto carne alla stessa maniera in cui ogni vita umana incomincia nel grembo di una donna amata dal suo “sposo”, perché solo ciò che è stato assunto, potesse essere salvato: l’uomo nella sua integrale umanità! Con gli occhi limpidi di un fanciullo posiamo il nostro sguardo sulle rosee carni del bambinello Gesù, riconoscendo in Lui ogni vita umana che vede la luce, e benediciamo Maria che ce l’ha donato come fratello, amico e compagno di strada, accogliendolo dall’Altissimo nel suo ventre verginale e fecondo.