Che cercate? “oggi scelgo così, domani si vedrà”
Nel nostro tempo, questa appare come la domanda più difficile. I confini degli Stati sono mera formalità, all’identità nazionale si sta sostituendo il multiculturalismo e l’economia si basa su un sistema globalizzato. Apertura, questa la parola d’ordine, che può mostrare sfaccettature positive e non. Ma in questo open-space che il mondo è diventato, qual è la bussola a cui ricorrere per capire qual è la meta del nostro andare, seppure una meta c’è? Come orientarsi? Per la generazione dei genitori di oggi, si tratta di affrontare un periodo indubbiamente confuso, ricchi però delle certezze già acquisite. Ma per un giovane, tendenzialmente di età compresa fra i 16 e i 29 anni… come si fa? E’ proprio questo il punto centrato dal Documento preparatorio al Sinodo del 2018.
Nella ricerca del senso da dare alla propria vita, due discepoli del Battista si sentono rivolgere da Gesù la domanda penetrante: «Che cercate?». Sono queste alcune parole che ritroviamo nel documento, a cui seguono: “A livello globale il mondo contemporaneo è segnato da una cultura “scientista”, spesso dominata dalla tecnica e dalle infinite possibilità che essa promette di aprire”. Sembra che il problema sia apparente, che abbiano già trovato un’infinità di proposte da offrirci per sopperire al nostro disorientamento. Ma sono le vere soluzioni? “Le forme di tristezza e solitudine” (come vengono descritte nel documento) che si celano dietro queste soluzioni pret-à-porter, sono solo un’allucinazione causata della nostra perenne insoddisfazione oppure sono reali?
E’ chiaro, alcuni giovani hanno un progetto, frutto della loro personalità. Ma questa progetto si scontra con la realtà e la domanda che sorge spontanea è: ma come ci posso riuscire? E allora si ripiega in una scelta di vita che non è davvero voluta da noi, ma che si conforma alle richieste della società. Oppure, nei più refrattari, si abbandona il progetto e si inizia a vivere alla giornata. Il Signore sembra darci una soluzione. Quei discepoli, dopo che si sentono domandare cosa cerchino, rispondono con un’altra domanda, come se avessero capito quale fosse la risposta ma non ne avessero la certezza. «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». Ma il Signore non vuole dargli una risposta immediata, vuole fargliela capire, vuole che la accolgano dentro di loro. «Venite e vedrete».
La metafora del viaggio della vita, è la risposta. Gesù ci invita a camminare con lui. Nel camminare, nella partenza, è concentrata una plausibile risposta alla domanda: “Che cercate?”. La fatica della strada che percorriamo può mettere insieme i nostri tasselli del puzzle e mostrarci il nostro disegno.