Le tentazioni sempre attuali
La prima Domenica di Quaresima si apre con la pagina del Vangelo di Matteo che presenta le Tentazioni (Mt 4,1-11).
La pericope è collocata, anche dagli altri sinottici, fra il Battesimo di Gesù e l'inizio del suo ministero pubblico. Capire il legame fra il Battesimo e le tentazioni è fondamentale per la comprensione di queste ultime.
Nel Battesimo il Padre ha donato al Figlio il suo Spirito, quello Spirito che subito dopo lo spinge nel deserto invivibile della vita a scontrarsi con le false attese messianiche del tempo. Gesù è stato investito della sua missione, ma prima di iniziare la sua attività è chiamato a scegliere in che modo dovrà portarla avanti. Egli viene definito dalla voce venuta dal cielo: “il Figlio amato”, ed è proprio sulla sua condizione di Figlio che satana fa leva per metterlo alla prova.
Il divisore non vuole mettere in dubbio la sua condizione divina, piuttosto lo tenta sulla modalità con la quale dovrà incarnarla, in che modo Gesù è chiamato ad essere il Figlio di Dio. Lo scontro fra Gesù e satana è in realtà il duro confronto fra due mentalità, due progetti di vita totalmente opposti: quello di Dio e quello del mondo.
Da una semplice lettura del testo possiamo ritenere le tre tentazioni come il tentativo di risolvere i problemi dell'uomo facendo uso del potere economico, religioso e politico. Ma per Gesù il potere è diabolico, è l'idolatria dell'io, anche quel potere che ipocritamente affermiamo di usare "per il bene della comunità". Gesù invece è il Figlio di quel Dio che è solo Amore che si esprime nel servizio, mentre il satana è l'espressione di un potere che domina, opprime e uccide. Le tentazioni sono solo un anticipo di quelle proposte contrarie al suo modo di essere Messia che Gesù respingerà sempre nel corso di tutta sua vita. Proposte che gli verranno fatte non certo da un diavoletto poggiato sulla spalla ma dagli uomini a cominciare dai suoi discepoli, da Pietro che Gesù definisce satana, da Giacomo e Giovanni, i famosi "inceneritori di Samaritani", e dagli uomini religiosi del suo tempo: scribi, farisei e sadducei. Anche oggi all'interno della Chiesa le cose, come purtroppo ben sappiamo, non stanno poi tanto diversamente. “Le lotte per il potere nella Chiesa non è cosa solo di questi giorni - ha affermato Papa Francesco a commento della pagina del Vangelo di Mc 9,30-37 - , è cominciata allora, con Gesù ancora vivente”. Il Signore parlava della sua imminente passione, mentre i discepoli litigavano per chi di loro doveva accaparrarsi la fetta di torta più grossa, discutevano su chi avrebbe comandato una volta morto Gesù.”Ma questa non è la strada del Vangelo - ha proseguito il Papa - la via del Vangelo è il servizio”.