Seminario sulla disabilità - L'ora giusta
La ricerca del superamento di una mentalità colma di pregiudizi è stato il tema centrale del seminario svoltosi il 28 Gennaio 2017 presso l'oratorio di S. M. Assunta che ha accolto i ragazzi del Co. Di. ed ha avuto la partecipazione attiva degli alunni della scuola lavoro del medesimo ente. Dopo i saluti da parte del mons. Santo Colosi e dell’Assessore Gianluca Sidoti, è intervenuta la dott.ssa Rosa Gatto, Presidente del Co. Di. che nel suo discorso ha voluto rendere partecipi i presenti degli obiettivi del progetto "passo dopo passo" cioè offrire un sostegno psicologico e materiale alle famiglie con disabili. Ha poi preso la parola alla dott.ssa Poma, psicologa e psicoterapeuta, volontaria al Co. Di. ormai da molti anni, che con il suo contributo ha chiarito la differenza tra la disabilità congenita e acquisita e quello che limita spesso la relazione sociale dei disabili, ovvero il pregiudizio che risulta tutt'ora presente in ogni ambito e per questo le maggiori conquiste che tutti gli operatori si propongono di raggiungere sono quelle dell'integrazione e di una nuova forma mentis che faccia conoscere la persona oltre la sua disabilità; poi si è concentrata soprattutto su come, spesso, ci soffermiamo a guardare la disabilità e non la persona che la porta: un limite che mettiamo in atto ma che alle volte non riconosciamo appartenerci. La seconda parte del seminario ci ha fatto entrare nel vivo del concetto della disabilità attraverso le testimonianze di un padre che gestisce da 24 anni una figlia affetta da paralisi cerebrale e di Chiara, parte integrante e fondamentale del Co. Di. Il terzo intervento è stato quello del signor Francesco Porcino, papà di Anna. Le sue prime parole non sono state quelle di un padre afflitto dalla malattia della propria figlia, ma di un padre quasi grato a Dio di avere avuto un dono così speciale che gli ha fatto conoscere i suoi limiti e che grazie alla preghiera ma soprattutto allo sguardo della figlia sta cercando di superare. Il papà di Anna è un uomo giovane è forte che non ha paura di mostrare la sua sensibilità e il suo amore infinito nei confronti della figlia. Ovviamente dopo la diagnosi della malattia della figlia, la sua vita cambia drasticamente: dalla spensieratezza della movida milanese si ritrova in Sicilia con una figlia disabile che ha bisogno un'assistenza continua. Le iniziali difficoltà che ha affrontato sono state, per esempio, quelle legate all'alimentazione e alle capacità gestionali del comportamento della figlia, il tutto contornato però da un salto qualitativo della sua vita che l'ha portato sia a scoprire una spiritualità ormai sepolta dal risentimento per quello che credeva fosse una punizione divina sia a riscoprire cosa è veramente la gioia, tema fondamentale del suo intervento. Il seminario si è concluso con la commovente lettera di Chiara Munafò, una delle colonne portanti del Co.Di., in cui ha scritto delle sue iniziali difficoltà nel relazionarsi a causa della sua disabilità motoria che la costringe su una sedia a rotelle e sulle sue prime esperienze nel rapportarsi in ambienti dediti al disabile come l'A.I.A.S. Ha raccontato poi dell'arrivo al Co.Di. e dell'incontro con due persone speciali. Il primo è quello con il Vicepresidente del Co.Di. Vincenzo Aparo, a cui manifesta un affetto sincero espresso con poche parole, quelle che bastano per capirsi con una persona con cui si ha una confidenza frutto di molti anni di conoscenza. Il secondo incontro di Chiara è stato quello con il suo compagno, un incontro inaspettato che le ha fatto capire che ci sono persone dotate di un animo speciale in grado di andare proprio "oltre".
Ecco, quindi perché l'ora giusta: ho preso in prestito il titolo della filastrocca che il papà di Anna ha esposto e con cui, con estrema semplicità, ha voluto sottolineare come la vita si alterni in momenti positivi e negativi. Io, invece, ritengo sia l'ora giusta per molte cose: l'ora giusta per conoscere quello che abbiamo sempre definito "diverso", l'ora giusta per elevare il nostro animo oltre il pregiudizio, l'ora giusta per contestualizzarci in ambienti che arricchiscono la nostra vita, come è il Co. Di., l'ora giusta per incamminarci nella via che porta "oltre” i confini della disabilità".