Caravaggio a Pozzo di Gotto
La sera del 4 marzo, nel salone dell’Oratorio di Santa Maria Assunta a Barcellona Pozzo di Gotto, Andrea Italiano, studioso e critico barcellonese di storia dell’arte, ha presentato il volume “Caravaggio” (Giambra Editore), da lui scritto e dedicato ad uno dei più grandi pittori italiani, Michelangelo Merisi, noto con lo pseudonimo di Caravaggio, esponente della pittura barocca, vissuto tra il 1571 e il 1610. L’argomento non era dei più facili da affrontare, data la poliedricità dell’uomo Caravaggio e le alterne vicende che hanno interessato la sua vita; tuttavia, con dovizia di particolari, con la precisione di un chirurgo e la perizia dello storico nel muoversi tra i risultati della propria ricerca, Andrea Italiano ha guidato i suoi ascoltatori alla scoperta dell’artista, facendo gustare loro l’approccio teorico all’argomento attraverso la lettura e l’interpretazione delle opere presentate per mezzo di diapositive. Siamo come “nani sulle spalle di giganti”: un genio non crea ex novo, ma inventa, ricrea,utilizzando e infondendo nuova vita a ciò che a lui giunge dalla tradizione; questa la tesi che l’autore, riprendendo la celebre metafora del filosofo Bernardo di Chartres, ha argomentato, dimostrando come Caravaggio abbia recepito la lezione del suo maestro, Simone Peterzano (1540-1596), e di altri artisti (Tiziano, Annibale Carracci), per generare i suoi capolavori, informati ad una mistione di sacro e profano, da leggersi più che come personale tendenza dissacrante, come realismo, come profonda adesione alla realtà che l’artista viveva, a cui sentiva di non potersi sottrarre. Molto interessante, a questo proposito, il parallelo tra due dipinti, “La Pietà” (1584), opera del maestro Peterzano e “La deposizione”(1602-1604), opera di Caravaggio, che ha permesso a noi spettatori di evidenziare la continuità della lezione del primo nel quadro del suo discepolo e di gustare poi, grazie all’analisi critica condotta da Andrea Italiano, quegli elementi che permettono di riconoscere in Caravaggio la novità, costituita dall’espressione del genio, del suo spirito travagliato, fatto di luci ed ombre, quelle stesse che conversano con noi dai suoi dipinti attraverso i secoli. I partecipanti hanno potuto seguire il dispiegarsi del talento artistico di Caravaggio attraverso le sue opere e il suo rocambolesco peregrinare per varie città, ospite di nobili protettori, per i quali eseguì molti dei suoi capolavori. In particolare, Andrea Italiano ha dato spazio al soggiorno dell’artista a Messina, ai motivi che lo indussero a rifugiarsi in questa città, dopo la fuga da Malta, e ai dipinti che in questo periodo videro la luce (“L’adorazione dei pastori” e“La resurrezione di Lazzaro” del 1609). Grande apprezzamento da parte del pubblico ha riscosso l’ascolto del canto “Quam pulchra es” (opera del compositore fiammingo Noel Bauldewijn (1480-1529), basata sul testo del “Cantico dei Cantici”), la cui partitura musicale è da ricollegarsi con le note sullo spartito che San Giuseppe regge tra le mani davanti all’angelo musicista nel dipinto “Il riposo durante la fuga in Egitto” (1595-96), e sul quale sono state riportate dall’artista solo le note, non i versi (salvo una Q e una L dell’incipit “Quam pulchra”).Questi non sono che frammenti del pregevole lavoro di ricerca di Andrea Italiano, a cui va tutta la nostra stima, anche per l’impegno da lui profuso nell’opera di divulgazione della cultura nella nostra città come presidente della Pro Loco “Alessandro Manganaro”. Colgo l’occasione per ringraziarlo personalmente, anche a nome di tutta la comunità pozzogottese (almeno, di coloro che hanno partecipato alla manifestazione), con l’augurio che eventi simili possano ripetersi in futuro.