Il futuro che (non) c’è
Un dato: un rapporto ultimo sull’andamento demografico in Italia sottolinea come, nel nostro Paese, la natalità sia in forte calo, compensata dall’arrivo di migranti. Un Paese senza ricambio generazionale è un Paese che invecchia e che muore, senza futuro. Ho conversato, a partire da questo dato, con giovani liceali sulle loro prospettive. Pragmatici, senza tante attese nei confronti di studio, lavoro, famiglia, difficilmente sognano, disincantati s’accontentano di vivere alla giornata, ripetono - quasi fosse un mantra - un malinteso “carpe diem”, ripiegati e schiacciati su un presente che offre loro ancora gli ultimi scampoli di un benessere apparente, garantito dalle loro famiglie d’origine e che li aiuta ad incontrarsi nei loro non luoghi. Vivono i loro giorni consumando esperienze, ma senza un progetto di vita. La nostra società ha spento in loro il desiderio di sognare perché nega a loro un futuro. I nostri ragazzi mettono in conto di dover abbandonare, nell’immediato futuro, la nostra Sicilia per studio o per lavoro, ma non è detto che altrove faranno fortuna. Testimoniare la gioia di credere, seminare speranza, sono le parole-chiavi della Settimana d’animazione missionaria della nostra comunità parrocchiale. Siamo consapevoli che il tessuto economico e socio-culturale della città, pur duramente provato, cerca di reagire e molte realtà si sforzano di esprimere un nuovo dinamismo. E in questo processo di ripartenza vorremmo incoraggiare i giovani a rischiare le loro vite, a scommettersi nonostante tutto, sostenendoli nella loro fatica di vivere, uscendo da schemi preconfezionati, incontrandoli lì dove sono, adeguandoci ai loro tempi e ai loro ritmi. Vogliamo da credenti, corroborati dalla speranza del Signore risorto che ha vinto la morte, prendere sul serio i giovani nella loro fatica a decifrare la realtà in cui sono immersi e attraverso gesti e parole quotidiani, farci loro compagni di strada nell’impegno costante di costruire la propria storia e nella ricerca, più o meno consapevole, di un senso pieno per le loro vite.