Ricordando Don Francesco De Luca
“Ciò che i fedeli si attendono da un Sacerdote è che sia testimone dell’eterna Sapienza contenuta nella parola rivelata”. È partendo da questa profonda e veritiera considerazione di Benedetto XVI nel discorso al clero nella Cattedrale di Varsavia il 25 maggio 2006 che, a trentadue anni dal suo ritorno alla Casa del Padre, si vuole ricordare la figura di Don Francesco De Luca, sacerdote il cui apostolato contraddistingue uno dei periodi più importanti della storia di fede e di cultura della comunità pozzogottese. Nato a Pozzo di Gotto il 25 Aprile 1913, Padre De Luca venne ordinato Sacerdote il 19 Marzo 1936 nella Chiesa di Montevergine in Messina da S. E. Mons. Angelo Paino allora Arcivescovo e Domenica 29 Marzo 1936, accolto da una grande folla, fece il suo ingresso da Sacerdote in Pozzo di Gotto dove, con grande zelo, iniziò il suo mandato di vicario cooperatore nell’Arcipretura. Vennero lui altresì affidate le mansioni di assistente ecclesiastico della Gioventù Maschile di Azione Cattolica e di delegato per la “Schola Cantorum” e la musica sacra per la Parrocchia e successivamente per l’intera forania. Con assoluta abnegazione, immenso amore e spirito di sacrificio svolse le mansioni affidategli divenendo un punto di riferimento per la fede, la cultura e le tradizioni pozzogottesi ai quali molti giovani dell’epoca si accostarono sotto la sua mirabile giuda. La sua opera apostolica sempre finalizzata al bene delle anime, rese gloria a Dio in modo speciale nel decoro delle sacre funzioni a servizio delle quali destinò il suo grande amore per la musica con una vasta produzione di composizioni sacre che rappresentano un patrimonio autentico della cultura religiosa di Pozzo di Gotto. Impossibile dimenticare la sequenza della Messa in onore della Madonna del Carmine “Flos Carmeli” composta in ringraziamento per lo scampato pericolo dai bombardamenti aerei del 13 agosto 1943 a testimonianza di una devozione immensa alla Vergine, presso il cui Santuario era solito suonare prima all’armonium e successivamente all’organo. Il 27 ottobre 1948 venne chiamato alla guida dell’appena istituita Parrocchia di S. Maria dell’Idria continuando però ad essere Vicario Cooperatore ed organista nell’Arcipretura di S. Maria Assunta, incarichi ricoperti fino al 22 marzo 1962. Nel periodo in cui fu Parroco ad Idria, intensa continuò ad essere la sua predicazione apostolica, alla quale fin da giovane fu incline. Dimessosi per motivi di salute da Parroco, continuò il suo ministero all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario dove svolse la sua opera dal 9 luglio 1963 a pochi mesi prima della sua morte, destinando ai fratelli meno fortunati tutto il suo impegno, la carità e l’amore sacerdotale quotidiano. Nella modernità della nostra esistenza che oggi può usufruire di ogni benessere materiale e tecnologico, fa riflettere l’immagine di un Sacerdote che per più di vent’anni, ogni giorno, sfidò in bicicletta il caldo, il freddo e la pioggia per raggiungere l’O.P.G. e portare il conforto della sua parola e della sua opera ai tanti fratelli detenuti. In un mondo spesso incline a dimenticare certi valori ed a costruire falsi idoli è bello riportare alla memoria di chi l’ha conosciuto ed all’attenzione delle generazioni più giovani la figura di Don Francesco De Luca, sacerdote generoso con tutti che fece della bontà lo strumento valido a sanare le contese ed a superare gli odi, donando a quanti incontrò sul suo cammino la dolcezza e l’amore di Dio attraverso la predicazione e l’arte della musica che contraddistinsero il suo apostolato e segnato una pagina importante della storia di Pozzo di Gotto. Una storia da raccontare e tramandare alle nuove generazioni senza mai dimenticare il vero insegnamento che Padre De Luca ha donato con la sua missione ed ha voluto riportare anche nel suo testamento spirituale: “…a tutti l’augurio di essere uniti nella fede, una garanzia per dare un senso e la vera gioia della vita. Non ho mai conservato rancori nel mio cuore, impegnandomi sempre con l’aiuto di Dio a perdonare”.