Riti della Settimana Santa - Il canto Pozzogottese
La settimana santa in Sicilia è caratterizzata da una serie di rituali penitenziali ben scanditi che rievocano storicamente le processioni dei flagellanti e dei Battenti che, penitenti, durante la peste in Sicilia (1347-1350), cantando il Miserere e le lodi alla Madonna e ai Santi, si flagellavano con cordoni e fruste. Tali rituali, mescolandosi al repertorio dei Laudensi e dei Disciplinanti di allora, diedero vita ad un ricco repertorio orale monodico e polivocale (ovvero a più voci) che ha caratterizzato molte zone dell’isola. Un notevole contributo alla ricostruzione dei riti della settimana santa pozzogottese è stato svolto dalla musicologa Giuliana Fugazzotto, che, dalla viva voce di alcuni anziani del luogo, ha raccolto un corpus di brani formato da laude, orazioni, canti e lamenti in latino e in dialetto che descrivono il dolore della Madonna e la passione di Gesù arricchita spesso da episodi secondari attinti anche dai vangeli apocrifi. Degno di attenzione è il Miserere, che veniva eseguito , oltre il Giovedi Santo, durante la visita ai sepolcri, anche il Mercoledi Santo dopo la Visilla da uno dei cantori che accompagnavano gli apostoli nel giro per il paese “alla ricerca di Cristo preso prigioniero”. Carmelo Italiano, prima voce dei visillanti di Pozzo di Gotto, ci ha dato l’ultima testimonianza orale di questo brano che si presenta con stessa struttura della visilla ma a cappella in quanto la Mutulenza del giovedi santo non lo permetteva. Testo: Miserere mei Deus|Secundum magnam misericordiam tuam|Et secundum multitudinem miserationem tuarum| Deleiniquitatem meam]. Al filone dei componimenti o “razioni” di argomento religioso che descrivono la Passione e Morte di Cristo con interpolazioni di temi estranei al racconto evangelico, si riallacciano i canti narrativi. Spesso lunghi e in dialetto, eseguiti anche in casa e in specifiche occasioni, questi componimenti fanno parte della tipologia Orologio della Passione, ( secondo la definizione del musicologo Paolo Toschi), che narra gli episodi della passione ora per ora, valorizzando la credenza popolare sul potere magico dei numeri. Tra questi si annoverano: Vennaddì di mazzugluriusu ( a più voci) eseguito durante la processione del Venerdi Santo a Barcellona dietro la Varetta dell’Addolorata,- Chist’èun’ura di notti,- Signuriquannuall’ottu vi truvai,- Diu savviRigina. Gli ultimi tre brani ci sono pervenuti dalla diretta voce della signora Francesca Cutropia. Chist’èun’ura di notti presenta una struttura monodica e rigorosamente sillabica, che ripete sempre la stessa semplice formula ritmica e melodica eccetto il finale che diviene più concitato. Un disegno melodico ripetitivo che accompagna i distici di questo canto descrittivo e che tocca molto la sensibilità di chi ascolta nel rivivere i vai momenti della passsione. Simile, della stessa struttura, è Signuriquannuall’ottu vi truvai, che non narra però gli eventi della passione ma è una ‘razioni, una preghiera tipica, con stessa melodia della precedente già descritta. Anche Diu savvi regina è una preghiera, simile ad altri Salve Regina che si sono riscontrati nella stessa zona, in riferimento sempre alla Madonna, (Addolorata o del Rosario a seconda delle festività), che segue una metrica di ottavi ‘ncruccati, per l’incatenamento della rima dell’ultimo verso con il primo verso della strofa successiva. Interessante l’uso del vibrato e dell’emissione della voce caratterizzata dalla marcatura degli attacchi, quasi a “lanciare il suono”e sfumare seguendo la curva melodica del canto stesso, divenendo uno stilema tipico del luogo. Purtroppo i cambiamenti culturali hanno fatto cadere in disuso certe tradizioni popolari che rievocavano in fondo lo spirito più intimo che accompagnava il vivere l’attesa e la preparazione alla Pasqua, come mistero intorno al quale ruotava tutta la vita della comunità cristiana. Tuttavia non manca tra i giovani della comunità e delle confraternite il desiderio di riscoprire le proprie radici culturali attraverso uno studio e una riproposizione di questo repertorio nelle varie occasioni che si ripresentano.