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Ave, piena di Grazia!


La Chiesa, sin da epoca antica, ha fissato le principali verità di fede che fondano la dogmatica mariana: Maria è la Theotòkos, la Madre di Dio (Concilio di Efeso del 431), è l’Aeiparthenos, la sempre Vergine (Concilio Lateranense del 649). Ad un tempo più recente risalgono il “Dogma dell’Immacolata Concezione”, proclamato nel 1854 da papa Pio IX, e il “Dogma dell’Assunzione di Maria”, sancito da papa Pio XII nel 1950. Oggi la dottrina mariana si basa soprattutto sulla “Lumen Gentium”, la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II (1962-1965), il cui cap. VIII è dedicato alla Vergine Maria ed illustra attentamente, da una parte, la funzione della beata Vergine nel mistero del Verbo Incarnato e del corpo mistico, dall’altra, i doveri dei credenti nei confronti di Colei che nella Chiesa occupa il posto più alto e il più vicino a noi.Maria, la Theotòkos, la Madre di Dio, è l’umile ragazza di un insignificante villaggio della Galilea predestinata, “scelta dal favore di Dio”, dalla “Grazia”, per essere la madre del Divino Redentore, così come era stato preannunziato dal profeta: “Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (Is. 7,14). Maria, l’Aeiparthenos, la sempre Vergine, è la donna la cui verginità non è un semplice dato biologico, ma espressione della radicale disponibilità nella fede al progetto di Dio: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga a me ciò che hai detto” (Lc. 1, 28). C’è un inno della chiesa ortodossa, dedicato alla Madre di Dio e risalente al V secolo, l’Inno Akathistos(“a-kathistos” in greco significa “non seduto”; l’inno, infatti, è da cantare stando in piedi, in segno di ossequio alla Vergine), nel quale Maria è identificata nella Chiesa, quale “Sposa” senza sposo terreno, Sposa vergine dell’Agnello; delle 24 stanze che costituiscono l’inno, la XV e la XVI cantano il mistero della Vergine e Madre, per mezzo della quale “fu rimessa la colpa ” e il “paradiso fu aperto” agli uomini, il mistero che dotti e oratori brillanti non sanno spiegare, non sono capaci di dire. “Non già uno scambio di luoghi,/ ma un dolce abbassarsi di Dio verso l’uomo/ fu nascer da Vergine/…Si stupirono gli Angeli/per l’evento sublime/della tua Incarnazione divina:/ché il Dio inaccessibile a tutti/vedevano fatto accessibile, uomo,/ dimorare fra noi”.

“Vergine madre, figlia del tuo figlio/ Umile e alta più che creatura” (Dante, Paradiso. XXXIII,1-2 ): Maria, con umiltà dona tutta se stessa a Dio; concependo Cristo, generandolo, seguendolo in ogni momento della sua vita, soffrendo con il Figlio morente in croce, Ella coopera alla Redenzione, alla salvezza delle anime degli uomini, rivestendo una funzione salvifica, che i Padri Conciliari si sono premurati a definire “subordinata”. La Vergine Maria, invocata con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Mediatrice, con la sua intercessione si prende cura dei fratelli del Figlio suo, pellegrini su questa terra, senza detrarre nulla alla dignità di Cristo, unico Mediatore, ma partecipandoall’opera redentrice del Figlio, che suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un’unica fonte.E come Maria, Vergine e Madre, è figura della Chiesa per fede, per carità e perfetta unione con Cristo, la Chiesa, imitando la carità di Maria, accogliendo con fedeltà la Parola di Dio e mettendola in pratica, diventa anch’essa madre, poiché con la predicazione e il battesimo genera a vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio, ed è anche vergine, perché custodisce integra e pura la fede data allo Sposo.


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