Per il discepolato - Il Vangelo secondo Matteo
La lettura del Vangelo di Matteo costituisce per la Chiesa una grande opportunità di formazione al discepolato, per una sempre nuova comprensione di se stessa. Uno degli obiettivi principali è quello di condurre la Comunità alla piena realizzazione della "Basileìa ton Ouranòn" - il Regno dei Cieli - nella sequela seria, umile e incondizionata
di Gesù Messia, Figlio di Dio. E' il Discorso Missionario (Mt 10) che ci presenta la missione degli apostoli e le istruzioni circa il loro comportamento riguardo l'impegno pastorale rivolto “alle pecore perdute della Casa di Israele”. Gesù non insegna più alle folle come nel Discorso della Montagna (Mt 5-7), adesso il Maestro parla ai discepoli in un ambiente più raccolto, appartandosi con loro in un 'cuore a cuore' che sa di profonda intimità. Gesù, il "Pastore Bello", il legittimo Pastore, conosce bene la realtà del suo popolo: gente sbandata, stanca e sfiduciata, “come pecore che non hanno pastore” (Mc 6,34), adesso invia gli apostoli, iniziando dalla "Galilea delle genti", perché continuino le azioni da lui compiute. E' necessario però che l'attività degli apostoli sia svolta all'insegna dell'assoluta gratuità, nel dono generoso e gratuito di sé, senza preoccupazione alcuna per il sostentamento. L'annuncio dell'Evangelo deve essere svincolato da ogni forma di avidità e sete del potere, affinché non diventino anche loro come gli insaziabili pastori di Israele descritti dal Profeta Isaia: <<Cani avidi che non sanno saziarsi, pastori che non capiscono nulla. Ognuno segue la sua via, ognuno bada al proprio interesse, dal primo all'ultimo>> (Is 56,11). Secondo il comando: "Gratuitamente date" non è tanto un pio consiglio, ma un imperativo che non permette eccezione alcuna, senza se e senza ma. La gratuità del messaggio di Gesù “non è assolutamente conciliabile con la prassi della religione dove tutto ha un prezzo e tutto viene compiuto per soddisfare l'onore (presunto) della divinità e lo stomaco (reale) dei suoi rappresentanti”. L'istituzione religiosa vedrà l'annuncio del Regno dei Cieli come un attentato alla sua stessa esistenza e si difenderà prontamente, con durezza e violenza. L'immagine di un Dio che non domina né chiede sacrifici, ma ama e serve i suoi figli è fortemente destabilizzante e realmente inaccettabile per i capi religiosi, e la loro reazione sarà violenta. Gesù però ci esorta a non temerli, a non aver paura delle persecuzioni. Lui è il Figlio la cui vita è fondata nel cuore e nella volontà Padre, e questa vita è venuto a comunicarla anche a noi proprio per liberarci dalla paura della morte. Diventiamo Chiesa accogliendo il Signore e, uniti a lui nell'unico amore, con lui e come lui, mettiamoci in cammino, così come siamo, andando verso gli altri.