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Una sera d’estate - Che cercate?


Metti una sera di quasi estate in una località balneare del circondario. Hai scelto di esserci, eppure ti sorprende un senso di spaesamento e di estraneazione in quel “non luogo” affollato densamente da adolescenti vocianti a frotte, di “fidanzatini” alle solite prese con escursioni serotine lontani dagli sguardi distratti o assenti dei genitori, ma anche interi nuclei familiari e persino… anziani e bambini: tutti a consumare un rito collettivo che si protrarrà per tutta l’estate, anche di questi tempi in cui la crisi morde e le disponibilità economiche, a detta di molti, si assottigliano. Sei reduce da un altro rito, la processione del Corpus Domini, che sebbene abbia visto la partecipazione di tanti con i capelli grigi e pochi giovani, non ha evidenziato abbastanza il senso di quel ritrovarsi a camminare con un’ostia bianca tra ceri ed orpelli vari di un universo simbolico e vitale perduto per i più.

Non sai se affidarti all’arte divinatoria di Tiresia, come perpetuata nel teatro greco di Sofocle e di Euripide, o piuttosto all’acribia semeiotica, alla capacità di leggere i segni, di Gugliemo di Baskerville, monaco celeberrimo, di un romanzo di Umberto Eco, per capire se queste due esperienze abbiano senso per ognuno dei presenti o sono solo un involucro di un mondo vuoto o svuotato di verità dell’essere persona in relazione con altri, membro di una comunità viva e palpitante. Nell’uno e nell’altro caso prevale il sentimento di una folla solitaria, vagante senza meta e senza un perché.

E ti piace pensare che quelle àncore che fanno bella mostra di sé sulla piazza ricordassero ad ognuno che se è bello andar per mare, navigando magari tra flutti e marosi di una società liquida, ancor più è necessario orientare la propria vita, munito di una bussola, verso un porto sicuro che, per quanto lontano e nascosto, è da qualche parte ad accoglierti.

Anche questa sera, come nelle rare notti in cui ti sei lasciato risucchiare in brandelli di movida barcellonese, torna nella mente l’espressione: “i giovani non si pongono “contro”, ma stanno imparando a vivere “senza” il Dio presentato dal Vangelo e “senza” la Chiesa”! (Documento Sinodo giovani 2018)

Affiora forte la parola di papa Francesco: «“Come possiamo ridestare la grandezza e il coraggio di scelte di ampio respiro, di slanci del cuore per affrontare sfide educative e affettive?”. La parola l’ho detta tante volte: rischia! Rischia. Chi non rischia non cammina. “Ma se sbaglio?”. Benedetto il Signore! Sbaglierai di più se tu rimani fermo» (Discorso a Villa Nazareth, 18 giugno 2016). Urgente ed imperioso il bisogno per te, per i genitori, per gli educatori, di abitare i “non luoghi” che amano gli adolescenti e i giovani per porre ancora, con gioia e con slancio, la domanda: “che cercate?”.


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