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Il Regno dei cieli e la Chiesa


Al Discorso della Montagna e a quello Missionario, segue il terzo grande discorso del Vangelo di Matteo quello chiamato: "Discorso Parabolico", costituito dal cap.13.

Attraverso sette similitudini in forma di parabole, Gesù presenta l'azione vivificatrice del Padre nella storia dell'uomo, introducendo i suoi discepoli - la Chiesa - alla conoscenza dei "Misteri del Regno dei Cieli", alla comprensione e alla diffusione cioè del grande progetto d'amore di Dio sull'umanità. “Missione della Chiesa è di annunciare il Regno di Cristo e di Dio e di instaurarlo tra tutte le genti” (Dominus Iesus 18). Le logiche del Regno però non corrispondono quasi mai alle attese degli uomini, per questo ogni discepolo di Gesù è chiamato a conoscere e riconoscere le dinamiche attraverso le quali esso si sviluppa nella storia, perché non lo si confonda con le tante "contraffazioni" con le quali spesso viene spacciato.

Non attraverso la forza, ma nella disarmata debolezza, non nell'esercizio del potere, ma nel servizio, non nella grandezza e nell'appariscenza, ma nella piccolezza e nel nascondimento.

Attraverso la "Parabola del granellino di senape e del lievito" Gesù mette in guardia i suoi discepoli dalla tentazione di atteggiarsi a "grandi" : anche nel momento del suo massimo sviluppo, il Regno dei Cieli non sarà mai appariscente come un cedro del Libano, sarà simile piuttosto ad un arbusto di senape, un alberello di modeste dimensioni. Il Regno, poi, appartiene a Dio, non è di proprietà della Chiesa (del Papa, dei Vescovi, dei preti) né di qualsivoglia consesso umano: la Chiesa è parte del Regno di Dio, ma non è il Regno di Dio. “Affermare l'inscindibile rapporto tra Chiesa e Regno, non significa però dimenticare che il Regno di Dio, anche se considerato nella sua fase storica, non si identifica con la Chiesa. Infatti non si deve escludere l'opera di Cristo e dello Spirito fuori dei confini visibili della Chiesa”(D.I. 19).

Il popolo di Dio diventa segno visibile ed efficace del Regno, quando accoglie l'offerta d'amore del Padre e la trasforma in altrettanto amore per tutti i fratelli, chi invece la rifiuta, si chiude alla vita e marcisce. E' solo l'ascolto obbediente della Parola che consente di essere grano buono capace di fruttare cento volte tanto, trasformando ogni credente in una benedizione di Dio per l'umanità (Gen. 26,12). “Chi ha orecchi, ascolti!”.


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