top of page

Splendidi e irrequieti: Quale mistagogia per gli adolescenti?

Questo il tema principale del XXXIV Convegno Diocesano dei Catechisti svoltosi lo scorso 8 ottobre presso la Cattedrale S. Maria di Messina.

Così, attraverso la relazione di don Carmelo Sciuto, Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Acireale, nella parte centrale dell’evento, tutti i catechisti presenti ed appartenenti alla nostra diocesi, ci siamo fermati a riflettere sugli itinerari da seguire con gli adolescenti: essi devono tener conto della continuità con il percorso precedente ma, allo stesso tempo, della discontinuità, dovuta alle mutate attitudini cognitive, all’evoluzione della personalità ed allo sviluppo psico-affettivo-spirituale che investono l’adolescente stesso.

Dopo una panoramica su chi e ciò che sono gli adolescenti di oggi e su ciò che rappresenta la parola “mistagogia” attraverso anche la visione di interviste effettuate precedentemente a ragazzi frequentanti diversi oratori e parrocchie, don Carmelo ha impreziosito le nostre conoscenze di consigli pratici per i nostri itinerari parrocchiani al fine di avere al centro della comunità proprio adolescenti e preadolescenti, i quali, spesso facilmente e silenziosamente trascurati, sembrerebbero essere “terra di nessuno”. L’adolescenza rappresenta infatti un momento intenso e delicato non solo per coloro che la vivono in prima persona ma anche per genitori, educatori, psicologi, catechisti, e viene definita “età in bilico” in quanto vi si alternano periodi di progressione a periodi di regressione; i ragazzi portano dentro di sé un magma di energia e necessitano, da parte degli adulti, un modello educativo forte; la speranza ed il desiderio caratteristici di questa fase rappresentano – secondo don Carmelo – il fulcro in cui innestare il nostro messaggio educativo. Ed è in questo contesto che la parrocchia deve impegnarsi a creare relazioni vive per far comprendere come il Vangelo sia ossigeno per la vita e per far scostare i ragazzi da quella visione della parrocchia come di “sacramentificio” quanto piuttosto luogo di aggregazione in cui si cresce e si fa esperienza insieme. Secondo tale linea la mistagogia può essere intesa come il tempo in cui i misteri celebrati diventano vita, attraverso la centralità dell’esperienza inserita in una catechesi essenziale, improntando la liturgia come sguardo alla bellezza ed educando ad una affettività responsabile, proponendo infine il servizio alla comunità come frutto del protagonismo stesso, il tutto mettendo in luce alcune attenzioni pedagogiche, quali il senso di appartenenza ecclesiale, la gradualità del cammino, un adeguato clima relazionale e comunicativo con, non ultimo per importanza, il coinvolgimento attivo delle famiglie, tema su cui la nostra comunità parrocchiale si propone di impegnarsi particolarmente durante tutto l’anno a venire.

Significative anche le esortazioni e gli spunti di riflessione fornitici dall’arcivescovo Mons. Giovanni Accolla, il quale ci ha invitati a riscoprire di essere e come essere buoni fattori nella vigna del Signore, la quale va coltivata senza appropriarsene, e ci ha spinti ad una riflessione personale ponendoci domande quali “che tipo di vignaioli siamo stati quando il Signore ci ha invitati nella sua vigna?”, “come abbiamo potuto far conoscere agli altri che questo Dio è il Padre Buono?”, “come siamo stati strumenti di condivisione?”, “come siamo stati capaci di camminare insieme?”


bottom of page