Lettera aperta a Gesù
“Caro Gesù, nell’attesa del Natale, cosa dovrei chiederti? Pace, amore, salute, serenità? Ciò che vedono i miei occhi ogni giorno parla di realtà ben diverse: malattie, povertà, ferocia fratricida, guerre, speculazioni… Altro che “beati i poveri…” o “beati coloro che hanno fame e sete di giustizia”! E che dire del comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso?”. Ogni giorno, nelle scelte quotidiane, quante volte lo calpestiamo! Potresti obiettarmi che anche ai Tuoi tempi la situazione non era diversa. Allora, nulla è stato cambiato da quando andavi predicando lungo il lago di Galilea? Che senso dobbiamo dare, dunque, alla Tua venuta nel mondo ed alla Tua morte in croce? Sono sconcertata; come si può annunciare la speranza se intorno tutto parla di disperazione e odio?Non avrebbe neanche senso, caro Gesù, chiederTi qualcosa di materiale: abbiamo in eccesso qualsiasi cosa che si possa desiderare. Eppure, in questa abbondanza ci perdiamo, ci annoiamo, ci sentiamo soli e tristi. Una cosa ci manca: la capacità di amarci, di rivedere Te nel volto di ogni uomo abbandonato, malato, povero, prigioniero, perseguitato. Eppure, abbiamo un profondo desiderio di Te, una sete che nulla di umano può placare. Noi abbiamo bisogno di Te, ora e qui!! Non vedi quanto si soffre su questa terra? Mi fa rabbia quando sento di bambini morti sui barconi per la fame o a causa della violenza e dell’egoismo degli adulti, derubati della loro purezza, privati della felicità e della spensieratezza di cui ogni bambino dovrebbe godere; di famiglie spezzate dalle ingiustizie di un sistema economico cinico e cieco; di giovani senza la speranza di coronare i propri sogni e che si fanno ingannare da miraggi di felicità! Perché, Gesù? Qual è il senso?
Tuttavia, Ti devo riconoscere la capacità di stupirmi sempre, di fare il miracolo ogni volta che una nuova vita prende forma, che la natura ci offre spettacoli ineguagliabili, che l’amore prende posto nel cuore degli uomini, che siamo capaci di commuoverci di fronte alla bellezza; nei momenti in cui riusciamo a dialogare in modo costruttivo con uomini di culture e religioni diverse; quando dal dolore scaturisce l’amore e non la vendetta. Allora, veramente io sono certa che Tu ci ami e che non Ti sei dimenticato di noi! Allora, sì, ha senso che Tu sia morto per noi! Tutto il dolore ed il peso della vita quotidiana acquistano un significato. Allora, capisco che vale sempre la pena di lottare, che i sacrifici hanno un senso! E’ una logica illogica, la Tua, che sovverte sempre i miei piani e si scontra con la mia logica! E’ una fatica starTi dietro!
Una cosa, in effetti, potrei chiederTi, per me e per tutta l’umanità: animo e occhi di bambini, la loro capacità di sperare e sognare oltre ogni limite, la voglia di amare, la capacità di accogliere l’altro senza pregiudizi, la fede semplice. Allora, Gesù Bambino, sarà veramente, ogni giorno, Natale!”