top of page

Se Dio si fa uomo

Uomo, persona, comunità sono parole che mi tornano in mente molto spesso e delle quali, ritengo, abbiamo un po’ tutti smarrito il senso, quasi fossero un puro “flatus vocis”, un suono vuoto e nulla più. Metterle poi in relazione tra loro diventa un’impresa che sembra non interessare a nessuno.

Se insignificanti sono i termini sopraddetti, grande enfasi invece si riserva ai cosiddetti “diritti civili” e conseguenti “battaglie di civiltà” quale frutto maturo dell’estremo processo di secolarizzazione dell’ Europa che fattualmente s’organizza giuridicamente e vive dal punto di vista etico-culturale come se Dio non ci fosse. Senza più alcuna relazione a Dio ed alla comunità “La dignità di ognuno di noi si fonda sulla nostra autonomia, e nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di giudicare le nostre scelte e i nostri desideri, afferma M. Marzano”. Per quanto mi riguarda continuo a credere che la “persona umana” è “relazione”!

Un bel testo di Emmanuel Lévinas:

“Sono responsabile d'altri, rispondo d'altri. Il tema principale, la mia definizione fondamentale, è che l'altro uomo, che di primo acchito fa parte di un insieme che tutto sommato mi è dato, come gli altri oggetti, come l'insieme del mondo, come lo spettacolo del mondo, l'altro uomo emerge in un certo modo da tale insieme precisamente con la sua apparizione come volto. Il volto non è semplicemente una forma plastica, ma è subito un impegno per me, un appello a me, un ordine per me di trovarmi al suo servizio.

Non solamente di quel volto, ma dell'altra persona che in quel volto mi appare contemporaneamente in tutta la sua nudità, senza mezzi, senza nulla che la protegga, nella sua semplicità, e nello stesso tempo come il luogo dove mi si ordina. Questa maniera di ordinare, è ciò che chiamo la parola di Dio nel volto”.

Ricordo ancora la grande lezione del Concilio Ecumenico Vaticano II, che pure aveva piena consapevolezza dei grandi mutamenti della comprensione che l’uomo ha maturato di se stesso lungo il ventesimo secolo, quando scriveva: “In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. (...) Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo”. (Gaudium te spes)

L’uomo, per la Rivelazione cristiana, ha così un’altissima dignità radicata e fondata in Gesù Cristo, Dio fatto uomo. L’uomo è “imago Dei, immagine di Dio”! Lo stesso concetto di “persona” deve la sua elaborazione all’ambito della riflessione filosofico-teologica dei primi Concili che hanno cercato di dire il mistero di Dio, della Trinità, in un linguaggio umano.

Questo Natale sarà bene cogliere l’essenziale annuncio, allora, del disvelamento dell’uomo all’uomo, nella “carne” del Bambin Gesù, impegnandosi concretamente per l’attuazione piuttosto dei “diritti umani” che hanno il loro fondamento nell’uomo con cui Dio si è fatto solidale!


bottom of page