Vivere la Quaresima con un cuore in ascolto
Notizie, immagini, slogan, promesse, eventi di ogni genere e di ogni portata invadono con un fragore quotidiano le nostre giornate e le nostre vite ed è in questo mare di accadimenti e sconvolgimenti che torna prorompente per la Chiesa e per i cristiani il tempo della Quaresima, il cammino di quaranta giorni verso la Pasqua di Risurrezione. Quella della Quaresima è un’occasione, un’opportunità sempre nuova che di anno in anno viene a noi prospettata, è un’ occasione e un’opportunità per ciascuno di lasciarsi condurre dallo Spirito, come Gesù, nel deserto e lì, dove è il nulla e il silenzio a dominare, permettere a Dio di parlare al cuore. Entrare nel deserto, fare silenzio e fare spazio a Dio che parla che sembrano frasi di altri tempi o comunque solo belle parole buone ad essere spolverate e riportate a lucido in questo periodo, sono, in realtà, piccoli segni di quello stile di vita che ogni cristiano battezzato, come sa e come può, dovrebbe assumere giorno dopo giorno e imparare a farlo, anche se impulsivamente sembrerebbe il contrario, non è poi così difficile. Nel messaggio quaresimale di quest’anno Papa Francesco dà già un primo e fondamentale suggerimento per aprire il nostro cuore - luogo privilegiato dell’amore e della carità che lo stesso papa teme essere diventato freddo e incapace di aprirsi all’altro - a Dio: Francesco invita tutti a non lasciarsi stordire dai falsi profeti del nostro tempo, gli “incantatori di serpenti”, identificati nel piacere di pochi istanti, nell’illusione del denaro facile, nella droga, nelle relazioni “usa e getta”, nella falsa vita virtuale, nella vanità che, scrive, “offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci” e che presentano “il male come il bene e il falso come il vero, per confondere il cuore dell’uomo”. E’ questa la strada segnata e da percorrere ed è lungo questo sentiero, a tratti stretto, scivoloso e buio, che il Signore Gesù morto e risorto vuole a noi manifestarsi in questo tempo forte scandito anche dai riti e dalle tradizioni popolari.
Quel “Ritornate a me” che dal Profeta Gioele abbiamo letto nel Mercoledì delle Ceneri deve riecheggiare costantemente e deve spronarci a vivere bene il cammino quaresimale sorretti anche dai tre pilastri della preghiera, dell’elemosina e del digiuno che sempre il papa nel suo messaggio ci ha indicato come “dolci rimedi”.
La Quaresima è dunque il tempo propizio per la conversione, per quell’inversione di rotta che nel Vangelo più volte ci viene proposta; attraverso il deserto e il silenzio farne una realtà è possibile sapendo a maggior ragione che lì all’orizzonte c’è Dio che come Padre Misericordioso ci attende da figli con le braccia spalancate.