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L’Italia post-voto in cerca del suo futuro

Dal giorno dopo le elezioni politiche del 4 Marzo in cui da cittadini siamo stati chiamati a rinnovare il Parlamento nazionale, si discute sulle sorti dell’Italia, sulla possibilità di far nascere un governo che abbia la fiducia delle Camere e sulle risposte e i provvedimenti che questo sarà in grado di dare alla popolazione nel prossimo futuro. Dopo la fine naturale della XVII legislatura - nata negli anni della crisi economica profonda che ha segnato le fasce medio-basse della società civile - dalle urne è venuto fuori uno spaccato del Paese non indifferente. Ancora una volta lo Stivale si è visto diviso letteralmente in due: da un lato il produttivo Nord che vive una fase di ripresa ma che è segnato profondamente dal problema dell’immigrazione e della sicurezza in cui a prevalere sono state le forze del centro-destra e, tra queste, la Lega, e dall’altro un centro-sud che arranca su più fronti, quasi come abbandonato al suo inesorabile destino, nel quale l’aria della ripresa economica e dell’inversione di tendenza stenta a respirarsi in cui ha letteralmente dilagato il Movimento Cinque Stelle, forza nata come anti-sistema e che oggi si ritrova, nel nuovo Parlamento, ad essere il partito più rappresentativo con il maggior numero di deputati e senatori. Clamorosamente deludente (anche se non del tutto inaspettato) è stato il risultato della coalizione di centro-sinistra e dei partiti della sinistra che hanno perso milioni di elettori e che si ritrovano, per la prima volta dal dopo-guerra, a rappresentare complessivamente poco più del 20% della popolazione. Forte e dirompente per l’Italia, l’Europa, il Mondo è il messaggio di questa tornata elettorale in cui parole e slogan come cambiamento, diritti, sicurezza, assistenza (forse assistenzialismo), lavoro, equità rendono l’idea del delicato momento storico, politico, sociale ed economico.

Le aspettative e le speranze dei cittadini, alimentate dal vento della protesta e dell’insoddisfazione verso la classe politica che fino ad oggi ha avuto in mano le redini della Nazione, sono molto elevate e gravano pesantemente sul prossimo governo e seppur nessuna delle forze politiche è riuscita ad ottenere da sola i voti a sufficienza per avere una maggioranza in Parlamento, spetta a coloro che sono arrivati primi l’onore e l’onere di avanzare proposte, cercare soluzioni politiche, anche di compromesso, e, alla fine, sotto il vigile sguardo del Presidente della Repubblica, figura di garanzia istituzionale e costituzionale in questa fase travagliata, iniziare a governare dando, se ne saranno davvero capaci, le risposte che il popolo attende. La posta in gioco non è di poco conto e si chiama futuro, futuro dell’Italia, dei giovani, delle famiglie, dei lavoratori e dei disoccupati, futuro dell’Europa di cui facciamo parte e che del nostro Paese e della sua forza ha bisogno per continuare a fare grande il progetto di unità e pace che da sessant’anni a questa parte ha avviato.

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