Dare la vita “L’amore basta a se stesso” (S. Bernardo)
Ad un Seminario, di alto e qualificato profilo scientifico, promosso dall’Aido di Milazzo con la finalità di informare i giornalisti e di sollecitarli a promuovere una corretta sensibilizzazione dell’opinione pubblica su trapianti e donazione di organi, un relatore faceva notare che in Sicilia aumenta una certa opposizione alla donazione, mentre cresce la lista d’attesa di persone bisognose di un trapianto. Eppure, negli ultimi anni, si era registrato un positivo incremento di donatori. Perché mai allora, si chiedeva, questa battuta d’arresto e flessione dei donatori? Certo le cause possono essere molteplici: dall’insufficiente o inadeguata informazione, ai pregiudizi atavici di natura culturale o religiosa, alla paura immotivata... o forse è da attribuire a questo clima generale di incertezza e di precarietà che scoraggia gesti di donazione. Credo che tutto, oggigiorno, induca al ripiegamento su se stessi, sui propri bisogni, alla ricerca ed affermazione del proprio benessere, all’egoismo, piuttosto che non ad aprirsi alle esigenze degli altri, a prendersene cura, al dono di sè. Giustamente il Catechismo della Chiesa cattolica afferma:
“La donazione di organi dopo la morte è un atto nobile e meritorio ed è da incoraggiare come manifestazione di generosa solidarietà”. Ogni credente sa bene, o dovrebbe sapere, che il discepolo di Cristo è chiamato ad amare fino alle estreme conseguenze, fino a dare la propria vita per gli altri. A partire dai piccoli gesti della quotidianità. S. Basilio, padre della Chiesa, ci ricorda: “Il pane che a voi sopravanza è il pane dell'affamato; la tunica appesa nel vostro armadio è la tunica di colui che è nudo; le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo; il denaro che tenete nascosto è il denaro del povero; le opere di carità che voi non compite sono altrettante ingiustizie che voi commettete”. Madre Teresa di Calcutta amava ripetere: “La vita è un dono, donala!”. Il vescovo don Tonino Bello, la cui memoria è stata celebrata da Papa Francesco, in questi giorni, con una visita ai luoghi della sua missione, auspicava una “Chiesa del grembiule”, della “lavanda dei piedi”, e dunque dell’Amore fatto Pane per la fame degli ultimi. Molto ci attende da fare come cristiani per coltivare in noi la cultura della donazione in ogni ambito esistenziale e ed assumere uno stile di vita sempre più donativo.