Eucaristia Pane spezzato, cibo del cammi
L'Eucaristia è realmente il culmine della vita di Gesù e della Chiesa e il cuore del cristianesimo; in essa ci è dato di attingere tutto ciò di cui abbiamo bisogno per alimentare la vita spirituale e trovare il coraggio per vivere la nostra vita, senza ridurla unicamente ad un mero atto di culto. Da come ci accostiamo al mistero eucaristico, dall'essere o meno uomini e donne di eucaristia, dipende l'autenticità della nostra vita. Per troppi secoli la Chiesa si è quasi del tutto concentrata sulla presenza reale di Gesù sotto le specie del pane e del vino, lasciando quasi nell'ombra l’importante ed essenziale. Cosa ha voluto celebrare Gesù?Cosa ha voluto realmente lasciarci quella sera nella Cena di Pasqua ? Il Mistero Eucaristico che celebriamo nella S. Messa e che adoriamo nel tabernacolo è solo il dolce Gesù nel nostro cuore, l'amico depositario delle nostre confidenze, il consolatore dei nostri momenti di angoscia, “l'aspirina per le nostre infermità”? L'adorazione al Santissimo solo come pia devozione popolare dovrebbe esulare dai nostri intenti, sarebbe troppo riduttivo per la nostra vita e per la nostra fede; diverrebbe - per dirla con le parole di Arturo Paoli - “una povera Eucaristia” - un meschino devozionismo individuale, celebrato per la salvezza personale o per anticipare l'uscita dal purgatorio dell'anima di parenti e amici. L'Eucarestia invece “è realtà sacra, un segno di altro, l'appello a un oltre”, è il Volto di Cristo che raggiunge i nostri volti e che ci chiama a divenire suo corpo, a vivere come lui è vissuto. Capita, ahimè, molto spesso, di dimenticare che nel Sacramento, accanto all'Opus Operatum - il dono di Dio - vi è anche l'Opus Operantis, il dovere dell'uomo di rispondere con la vita, di vivere come impegno il dono ricevuto. Nell'Eucaristia vi è certamente una dimensione personale, intima, che è importante e che non può essere mai trascurata. Ma c'è anche una dimensione sociale, storica, che troppo spesso cerchiamo di rimuovere perché scomoda e ci coinvolge totalmente. L'adorazione eucaristica è autentica se suscita in noi il gusto di andare oltre, di uscire da noi stessi per cercare il volto dell'altro e assumercene la responsabilità. L'Eucaristia è il tentativo di Dio di dirci chi è Lui, l'appello accorato e silenzioso a quanti crediamo in Lui, perché possiamo collaborare alla trasformazione questo mondo scandalosamente omicida nel corpo di Cristo. “Non dobbiamo mai dimenticare che non stiamo adorando una generica divinità, ma quel Dio che è Gesù Cristo, uomo e Dio, Parola del Padre fatta carne, fratello nostro che in noi continua la sua vita”. Siamo come Chiesa consapevoli che possiamo amare gli uomini perché stiamo in adorazione del Pane della Vita, che il nostro amore per i fratelli lo attingiamo dal nostro adorare il Signore Gesù, dal contemplare quell'icona del Padre che è il Figlio.
Se lo accogliamo così, anche i nostri occhi si spalancheranno “allo spezzare il pane”, i nostri cuori si infiammeranno e torneremo nel mondo, come i due discepoli di Emmaus.