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Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede: “Placuit Deo”, su alcuni aspetti della salve

Era il 5 settembre 2000 quando l'allora prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, il Card. Joseph Ratzinger, presentava la dichiarazione Dominus Iesus, "circa l’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa". La dichiarazione porta la firma di Papa Giovanni Paolo II per renderla magistero autentico. L'intento della Dichiarazione è quello di ribadire la forza della missione evangelizzatrice della Chiesa, messa in pericolo, all’interno di essa, da teorie ispirate al relativismo teologico, portato a giustificare il pluralismo religioso. Non l'intento quindi di volere "stoppare" il dialogo ecumenico con le Chiese sorelle, né tantomeno con le altri religioni. Diciotto anni (1 marzo 2018) dopo, la stessa Congregazione, per mano del neo prefetto il gesuita mons. Luis F. Ladaria Ferrer, ha presentato la Lettera: indirizzata ai Vescovi e ai fedeli tutti: Placuit Deo "su alcuni aspetti della salvezza cristiana", in cui si è voluto approfondire alcuni aspetti sulla salvezza cristiana già esposti nella "Dominus Iesus", alla luce del magistero di Papa Francesco, il quale fa spesso riferimento a due tendenze che assomigliano, in alcuni aspetti, a due antiche eresie: il pelagianesimo e lo gnosticismo, che oggi, in modo diverso, si ripropongono nella società secolarizzata. La Lettera si divide in due grande aree: Antropologica (riguardo l'uomo) ed Ecclesiologica (l'uomo e la Chiesa). Al di là delle parole difficili degli studiosi, in parole povere ci chiediamo: oggi la salvezza interessa ancora all’uomo? Sì, la nostra esperienza, infatti, ci insegna che ciascun uomo è alla ricerca della propria realizzazione e felicità. Molto spesso questa aspirazione coincide con la ricerca della salute fisica, del benessere economico, della pace interiore, di una serena convivenza. A questo desiderio positivo del bene si affianca la lotta a ogni tipo di male: l’ignoranza, la fragilità, la malattia, la morte (cf. n. 5). La fede in Cristo ci insegna invece che, rifiutando ogni pretesa di auto-realizzazione neo-pelagiana (il possesso, il potere, la scienza o la tecnica), niente di creato può soddisfare del tutto l’uomo. Infatti Dio ci ha destinati alla comunione con Lui e con Sant'Agostino possiamo dire che "il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te". La separazione da Dio, quindi, a causa del peccato, porta alla perdita dell’armonia tra gli uomini e degli uomini con il mondo, introducendo il dominio della disgregazione e della morte.

La salvezza che Gesù ha portato non avviene in modo soltanto interiore, in forma intimistica e sentimentale, come vorrebbe la visione neo-gnostica. La speranza di questa lettera qual è? Che i fedeli prendano coscienza della loro dignità di essere “figli di Dio” (Rom 8,16). La salvezza non può ridursi semplicemente a un messaggio, a una prassi, a una gnosi (conoscenza) oppure a un sentimento interiore, ma all'incontro, unione con la Persona di Cristo, unico Salvatore del Mondo.


Dal punto di vista ecclesiologico la Lettera vuole sottolineare il forte senso di appartenenza che il credente, in forza del Battesimo, assume nell'essere in comunione con Cristo grazie al dono del suo Spirito. In altre parole dobbiamo domandarci: dove e come possiamo ricevere questa salvezza? «Il luogo dove riceviamo la salvezza portata da Gesù è la Chiesa, (...) comprendere questa mediazione salvifica della Chiesa è un aiuto essenziale ed indispensabile per superare ogni tendenza riduzionista» (n. 12). «La salvezza che Dio ci offre, infatti, non si ottiene con le sole forze individuali, come vorrebbe il neo-pelagianesimo, ma attraverso i rapporti che nascono dal Figlio di Dio incarnato e che formano la comunione della Chiesa» (n. 12).

I Sacramenti sono la via grande a questa unione: «il Battesimo è la porta, e l’Eucaristia la sorgente e il culmine. Si vede così, da una parte, l’inconsistenza delle pretese di auto-salvezza, che contano sulle sole forze umane. La fede confessa che, siamo salvati tramite il Battesimo, il quale ci imprime il carattere indelebile dell’appartenenza a Cristo e alla Chiesa, da cui deriva la trasformazione del nostro modo concreto di vivere i rapporti con Dio, con gli uomini e con il creato (cf. Mt 28,19).

La Chiesa si sforza di annunciare il Vangelo a tutti gli uomini, ponendosi però in dialogo sincero e costruttivo con i credenti di altre religioni, nella fiducia che Dio può condurre verso la salvezza in Cristo, sapendo che «la salvezza dell’uomo sarà compiuta solo quando, dopo aver vinto l’ultimo nemico, la morte (cf. 1 Cor 15,26), parteciperemo compiutamente alla gloria di Gesù risorto, che porterà a pienezza la nostra relazione con Dio, con i fratelli e con tutto il creato.

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