La festa e la devozione, lungo i secoli, per la Madonna del Carmelo a Pozzo di Gotto
Nella nostra città la devozione alla Madonna del Carmine è molto radicata grazie alla presenza dei Padri Carmelitani fin dal 25 agosto 1579.
Il 16 Luglio di ogni anno, il Santuario posto sulla ridente collinetta diventa insufficiente ad accogliere i tanti pellegrini che provengono non solo dalla Città ma anche dai paesi limitrofi e che sentono il bisogno di rendere omaggio alla Madre ed alla Sorella del Monte Carmelo.
Per il Pozzogottese, poi, oltre al giorno 16, la festa della Madonna del Carmelo è quella che da tempi immemorabili si celebra l’ultima domenica del mese di luglio.
Nei tempi passati, quando nelle famiglie la fede cristiana era vissuta con impegno, il mese di luglio era interamente proiettato alla festa principale di Pozzo di Gotto che diventava l’occasione propizia per ricongiungere i nuclei familiari, con il ritorno dei parenti emigrati al nord o all’estero per motivi di lavoro, ritrovandosi insieme e rinsaldando i vincoli di affetto e di devozione alla Madonna.
La festa esterna era preceduta da un novenario di preghiere e le note e le parole dell’antico inno “Evviva la bella”, nella versione tipica pozzogottese, risuonavano sulle labbra dei tanti devoti che partecipando alla Santa Messa avevano anche la possibilità di ascoltare la predicazione dei sempre valenti Carmelitani che venivano invitati ogni anno dai diversi conventi della Sicilia per accrescere nei cuori il culto alla Madonna e trasmetterlo agli altri.
Nelle abitazioni, ogni famiglia, in ogni giorno del novenario, accendeva una lucerna ad olio come segno di devozione, così ogni sera si aggiungeva una nuova luce nei balconi o sui davanzali delle finestre a rendere ogni facciata uno spettacolo inusuale e suggestivo, considerata l’assenza di altra illuminazione poiché a Pozzo di Gotto la luce elettrica nelle strade e nelle case giunse solo nel 1913. Il tutto culminava nello splendore della vigilia e nel giorno della festa della Madonna quando anche l’intera facciata del Santuario veniva illuminata da lucerne ad olio.
Dopo la secessione da Milazzo, il 22 maggio 1639, divenuta la nostra città: “ Libera et realis Civitas Putei de Gotho”, i nostri padri elessero la Madonna del Carmine loro Patrona Principale.
Dopo 56 anni, il clero locale ed i Giurati, con la richiesta del Parroco e Vicario Foraneo Don Michele Angelo Greco, chiesero alla Santa Sede per mezzo dell’Arcivescovo di Messina S. E. Mons. Francesco Alvarez de Quinones che venisse confermato con Decreto Apostolico l’atto di elezione della Beatissima Vergine del Carmine, del cui Ordine vi è nella città un convento, a principale Patrona e Protettrice, per le continue grazie e favori avuti, in particolare nei passati terremoti.
La Sacra Congregazione dei Riti in data 17 dicembre 1695, sulla base delle “umilissime” preghiere del clero, dei Giurati e del popolo della città, concesse l’approvazione come stabilito dal decreto del Papa Urbano VIII relativo alla elezione dei Santi a Patroni. Lo stesso venne riconosciuto dalla Regia Monarchia di Palermo il 3 marzo 1696, stabilendo che la festa venisse celebrata l’ultima domenica di luglio di ogni anno.
Il 30 luglio del 1961 in occasione della festa esterna, l’artistica statua della Madonna del Carmine è stata incoronata da S. E. Mons. Bernardino Re Vescovo di Lipari con le nuove corone, donate dalle Terziarie Carmelitane.
L’Abate Giuseppe De Luca, (Arciprete di Pozzo di Gotto dal 1863 al 1894), nei manoscritti di cronistoria dell’Arcipretura annota un’ampia descrizione della festa mettendo in evidenza che è giorno solenne l’ultima domenica del mese di luglio ed è diritto dell’Arciprete e del Municipio intervenire ai vespri solenni nella vigilia e alla Messa cantata la domenica, celebrazioni presiedute dallo stesso con la partecipazione del clero locale. Come anche nel pomeriggio si interviene alla processione cittadina e la maestosa Immagine è preceduta dal corpo religioso, per antica usanza in quel giorno con la partecipazione dei Padri Carmelitani provenienti dai conventi vicini: Milazzo, Tripi, Furnari che si uniscono ai nostri. Il Clero locale con le confraternite cittadine attende l’arrivo della Madonna, che scende dal Santuario, davanti alla sacrestia della Chiesa Madre di Santa Maria Assunta e dopo aver accolto la Celeste Patrona con il canto dell’Ave Maris Stella si procede in processione presieduta dall’Arciprete.
La Festa della Madonna del Carmine costituiva un autentico motivo di aggregazione per il popolo pozzogottese poiché oltre ai riti religiosi, si svolgevano anche diversi momenti ricreativi.
Lo storico concittadino Filippo Rossitto annota: la festa della Madonna del Carmelo patrona principale del paese nell’ultima domenica di Luglio, si festeggia con gran concorso di popolo, con musiche in chiesa e in città, illuminazione straordinaria, con corse dei cavalli e fuochi di artificio. Si rappresentavano in certe case alcuni sfondi scenici con figure plastiche e volgarmente chiamate “sfondati” o (lontananze). Consistevano in scene su di un intavolato con figure variamente vestite che facevano allusione a scene bibliche con fatti allusivi alla Madonna del Carmine.
Fino alla fine degli anni settanta, nel primo pomeriggio della domenica della festa, nel torrente Idria si gareggiava nella corsa dei cavalli. Successivamente si svolgeva la Processione che veniva accompagnata dal corpo bandistico musicale locale “San Francesco d’Assisi”e da un’altra banda forestiera che al termine della processione si esibivano con concerto in palco nelle rispettive piazze di Santa Maria Assunta e piano Ospedale. La festa si concludeva dopo la mezzanotte con il tradizionale spettacolo di giochi pirotecnici.
Quanto ricordato mette in evidenza il grande amore e la sincera devozione di un popolo verso la propria Patrona, per ringraziarla per la costante protezione che sempre è stata riconosciuta soprattutto nei momenti difficili della vita della città.
In questo nostro tempo segnato da un imperante materialismo che esclude la presenza e l’intervento di un qualsiasi atto superiore di carattere trascendente e spirituale, sembra opportuno mettere in evidenza tre episodi che in epoche diverse confermano la fedele assistenza e l’intervento della Madonna verso il popolo a Lei consacrato con il segno dello Scapolare.
Nel gennaio del 1880 uno straordinario evento meteorologico colpì il nostro paese sul quale per giorni consecutivi si abbatté un’abbondante ed ininterrotta pioggia che inondò i campi e scosse persino le antiche abitazioni, generando un profondo senso di paura ed un naturale smarrimento nell’animo di ogni persona che stava vivendo quei momenti. Il popolo tutto, provato da questa calamità, si unì in preghiera notte e giorno invocando la perpetua protezione della Madonna del Carmine, finché il mattino del 30 gennaio durante il suono della campana del Santuario che annunziava l’Angelus Domini, il cielo si aprì improvvisamente e cessò il prolungato flagello di pioggia. Gli abitanti dei villaggi limitrofi ebbero numerose rovine e danni ingenti che portarono persino all’abbandono delle abitazioni ormai pericolanti, mentre il nostro paese ebbe solo lievi danni a testimonianza della protezione della Beata Vergine da tutti invocata nella sincerità della preghiera.
Il 12 Agosto 1943 durante la seconda guerra mondiale la città di Barcellona Pozzo di Gotto fu sorpresa da una serie di bombardamenti aerei che seminarono morte e distruzione, settantaquattro i civili che persero la vita, numerosi i feriti e tantissime le abitazioni distrutte specialmente nel centro di Barcellona. Durante il raid aereo una bomba cadde anche ai piedi del Santuario della Madonna del Carmine ma miracolosamente rimase inesplosa preservando il luogo di culto e le aree ad esso limitrofe. Come ringraziamento per lo scampato pericolo, i Pozzogottesi eressero sul luogo ove cadde l’ordigno una grande Croce che però venne abbattuta alcuni anni fa e mai più ricostruita, facendo così perdere la memoria di un prodigioso gesto di protezione della Madonna verso il suo Santuario e verso il popolo Pozzogottese che attorno ad esso viveva.
Infine non si può dimenticare la recente notte tra il 5 ed il 6 gennaio 2017 quando una violenta tempesta di grandine accompagnata da fulmini e tuoni si scatenò nella nostra città imbiancandola. Intorno alle ore tre, uno dei frati carmelitani del convento, destatosi dal sonno, scorse delle fiamme che avvolgevano la condotta del gas metano che alimenta la cucina del convento. Generato da un fulmine, l’incendio stava sempre più divampando e se non si fosse prontamente intervenuti il fuoco avrebbe raggiunto il serbatoio del gas metano con conseguenze che sarebbero state a dir poco devastanti per la vita dei frati, per l’intero Santuario e per le abitazioni limitrofe. Il fulmine danneggiò irrimediabilmente il quadro elettrico della sagrestia disintegrandolo e bruciò anche il motorino dell’organo a canne, ma sorprendentemente tanto la Chiesa quanto il Convento non subirono alcun danno ad ulteriore conferma della materna protezione che da sempre la Madonna esercita su questi luoghi e sui suoi figli che con rinnovata fiducia continuano a confidare nel suo benigno soccorso.
Dinnanzi a queste storiche testimonianze, evocando le espressioni di Silvio Pellico si può affermare: “Degli avi nostri fu consolatrice e il nostro umile pianto udì benigna; divine cose il nome suo ne dice”.
Tutt’oggi la devozione alla Madonna del Carmine nei nostri fedeli rimane viva, dopo il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II, grazie alla presenza di una fraternità contemplativa in mezzo al popolo dal 1° ottobre 1981, che ha portato a vivere il carisma del Carmelo nella nostra città, unendoci come fratelli nell’ascolto orante della Parola di Dio insieme a Maria, nostra madre e sorella nella fede, assieme ad Elia Profeta ed all’Apostolo Paolo, che rimangono sempre i modelli di riferimento esemplari ricevuti dalla tradizione spirituale del Carmelo, al fine di camminare in obsequio Jesu Christi, come scrive la Regola del Carmelo.