La strada Una chiesa sempre in cammino
Eccoci ai nastri di ri-partenza per un nuovo tratto di strada come comunità cristiana. Ci vorrà ancora tempo perché l’assemblea liturgica domenicale riprenda corpo nelle sue varie componenti ed anche per gli operatori pastorali bisognerà attendere un pieno coinvolgimento dei fedeli nelle dimensioni dell’evangelizzazione e della catechesi, della liturgia e della testimonianza della carità.
Lo scorso maggio, il territorio della parrocchia - diviso opportunamente in cinque zone - è stato “visitato” da un nutrito gruppo dei nostri operatori pastorali che hanno accompagnato presso le famiglie, le scuole, le officine, gli esercizi commerciali, gli studi professionali, i luoghi dell’accoglienza degli anziani, dei malati, dei diversamente abili, i Padri Missionari del Preziosissimo Sangue, le Suore Adoratrici e alcuni giovani in discernimento vocazionale, con l’intento di intessere nuove relazioni con gli abitanti di Pozzo di Gotto, anche di varie etnie, per annunciare che il Signore chiama tutti a salvezza e bussa pazientemente alla porta di ognuno. E da qui vogliamo ri-prendere il cammino di parrocchia dal volto missionario. Avevamo ed abbiamo la consapevolezza di essere, come comunità cristiana, una minoranza nel nostro ambiente di vita che è notevolmente cambiato come tessuto socio-economico, culturale, etico e religioso. Come pure conosciamo bene le nostre fragilità nella fede, nei comportamenti e negli stili di vita poco permeati dalla novità dell’Evangelo, e sentiamo tutto il peso delle nostre manchevolezze nel progredire nella carità e nella comunione tra noi. Non ci scoraggia, anche se siamo tentati talvolta dalla rassegnazione e dalla sfiducia, la nostra pochezza ed inconsistenza dinnanzi al mandato del Signore Risorto: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” Mc. 16, 15ss
Viviamo nella nostra Italia una stagione di disorientamento socio-politico per gli enormi problemi che, da decenni, non trovano una soluzione nel campo del lavoro, dell’economia, della sanità, della scuola, della pubblica amministrazione, delle migrazioni: un senso di profondo disagio, d’incertezza, di precarietà attraversa ogni strato della società e le singole persone. E la Chiesa cattolica ha perso credibilità agli occhi della gente per il susseguirsi di scandali che interessano varie istituzioni, i pastori, le comunità, i credenti superstiti.
Nel lontano 1969, in una radio intervista, il teologo Joseph Ratzinger con lucidità profetica presagiva: “Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che aveva costruito nella prosperità. Poiché il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. In contrasto con un periodo precedente, verrà vista molto di più come una società volontaria, in cui si entra solo per libera decisione”.
Siamo uno sparuto “gregge” e, abbandonando l’angoscia di contarci, dell’efficienza delle nostre strutture ed attività pastorali, vogliamo – con la grazia del Signore – puntare sull’essenziale: sull’incontro personale con Cristo, il Pastore bello che ci porta sulle spalle e ci introduce nel mistero della comunione trinitaria, ed instaura tra noi relazioni autentiche e fraterne.