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“Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo ad ogni creatura”


A volte mi capita di pensare quale possa essere stata la vita dei discepoli di Gesù, di riflettere sui motivi che li portarono ad abbandonare la loro casa, i familiari, la sicurezza di un lavoro per seguirLo lungo le polverose strade della Palestina e in terra straniera, contenti di mangiare quel che potevano racimolare qua e là o che veniva loro offerto, di avere per letto la nuda terra; sarà stata iniziale curiosità, semplice spirito di emulazione, inquietudine interiore o stupore che sazia il vuoto che ognuno porta dentro di sé? Sta di fatto che lo seguirono, uomini e donne; ci saranno stati, immagino, quelli che, stanchi, saranno ritornati sui loro passi, ma ci furono anche quei discepoli che ebbero il coraggio di accompagnarlo fino al Calvario, anche se non tutti ai piedi della Croce, condividendo l’abisso della Sua morte prima, lo splendore della Sua resurrezione poi. Questi sono coloro che nella Sacra Scrittura sono detti “i dodici”, i discepoli (allievi, dalla radice del verbo latino disco, imparo) scelti da Gesù, che si formarono all’ascolto della Parola viva di Dio e che furono inviati da Lui ad annunciare il Regno di Dio, operare guarigioni, scacciare i demoni, battezzare tutte le nazioni, muniti della Sua autorità: "Chi accoglie voi, accoglie me, e chi accoglie me, accoglie Colui che mi ha mandato" (Mt 10,40). Erano uomini ordinari (tra loro c’erano dei pescatori, un esattore delle tasse, un rivoluzionario) ma che furono investiti di un mandato speciale, quello di essere testimoni della morte e della resurrezione di Cristo Gesù, di attestare, cioè, che Egli risorto era quel medesimo Gesù con il quale avevano vissuto. Da discepoli divennero apostoli (dal greco apostello, invio); il posto di Giuda Iscariota, che tradì Gesù, fu preso da Mattia. I dodici apostoli furono posti da Nostro Signore a fondamento del nuovo Israele (non a caso, il loro numero coincide con quello delle tribù di Israele), come colonne a sostegno della Chiesa, nuovo popolo di Dio. I loro successori sono i vescovi, primo fra tutti il Papa, successore di Pietro.

«Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; chi invece non crederà, sarà condannato (Mc 16,15).

La Chiesa, dunque, ha ereditato dagli apostoli l’impegno di diffondere la fede e la salvezza in Cristo; sotto l’influsso dello Spirito Santo essa percorre le vie del mondo per condurre gli uomini a Dio con l’esempio di vita, con la predicazione, con i sacramenti. Questa è la sua missione. E poiché la Chiesa non è costituita semplicemente dal Papa, dai vescovi, dai sacerdoti e dai religiosi, ma da coloro che hanno ricevuto il Battesimo e la Confermazione, tutti siamo chiamati ad essere sempre discepoli e missionari. Ogni cristiano è missionario (dal latino mitto, invio) nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo: come la samaritana che, dopo aver parlato con Gesù, divenne missionaria e molti samaritani credettero in Lui «per la parola della donna»; come i primi discepoli che, immediatamente dopo aver conosciuto lo sguardo di Gesù, proclamarono pieni di gioia: «Abbiamo incontrato il Messia». E’ l’incontro con Gesù che fa nascere il desiderio di condividere questa gioia con gli altri; il nostro cuore sa che “la vita non è la stessa senza di Lui, dunque quello che abbiamo scoperto, quello che ci aiuta a vivere e che ci dà speranza, quello è ciò che dobbiamo comunicare agli altri” (da E.G., 121), attraverso l’annuncio della Parola, attraverso la preghiera, attraverso le opere. Siamo chiamati ad essere una Chiesa “in uscita”, che nella quotidianità va incontro ai propri fratelli, in modo tale che ogni persona possa sentire “più chiaramente di essere stata ascoltata e interpretata, che la sua situazione è stata posta nelle mani di Dio” e possa riconoscere “che la Parola di Dio parla realmente alla sua esistenza". (E.G., 100; 128).

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