La Chiesa con i giovani Sinodo 2018, un cammino insieme
Rileggere la Chiesa (e il mondo) attraverso gli occhi delle nuove generazioni: un compito tanto complesso, da non poter rimandare. Il Papa, con la Chiesa tutta, si vuole mettere in ascolto serio, attento delle nuove generazioni, per tale motivo ha voluto al Sinodo 2018 anche la partecipazione attiva di un gruppo di giovani da tutto il mondo, inclusi quelli “lontani” (anche non credenti) e appartenenti ad altre fedi.
Il mondo dei giovani è sempre più complesso, difficile da capire alle volte, per le mille sfaccettature che presenta, problematiche di vario tipo (affettivo, culturale, sociale, religioso) giovani sempre più, per vari motivi, incapaci di scegliere. Un mondo quello giovanile cambiato in questi ultimi decenni, anche con l'avvento di Internet e dei social network.
Sappiamo però che da sempre i giovani rappresentano il futuro, la speranza, la continuità. Il Papa li invita sempre più spesso a "camminare insieme", a "camminare e non stare in poltrona", "a giocarsi la vita e a spenderla", "a non farsi rubare la speranza", né "la propria libertà".
Francesco indica delle vie, dei percorsi: "Ascolto, Accoglienza, Dialogo, Discernimento, Missione".
Nel discorso di inizio Sinodo il Sommo Pontefice raccomanda ai Padri Sinodali: "Siamo segno di una Chiesa in ascolto e in cammino (...). La Chiesa è “in debito di ascolto” anche nei confronti dei giovani, che spesso dalla Chiesa si sentono non compresi nella loro originalità e quindi non accolti per quello che sono veramente, e talvolta persino respinti. Questo Sinodo ha l’opportunità, il compito e il dovere di essere segno della Chiesa che si mette davvero in ascolto, che si lascia interpellare dalle istanze di coloro che incontra, che non ha sempre una risposta preconfezionata già pronta.
L’incontro tra le generazioni può essere estremamente fecondo in ordine a generare speranza. Ce lo insegna il profeta Gioele in quella che – lo ricordavo anche ai giovani della riunione pre-sinodale – ritengo essere la profezia dei nostri tempi: «I vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» (3,1) e profetizzeranno.
Il Papa esorta i Padri: "Impegniamoci dunque nel cercare di “frequentare il futuro”, e di far uscire da questo Sinodo non solo un documento – che generalmente viene letto da pochi e criticato da molti, ma soprattutto propositi pastorali concreti, in grado di realizzare il compito del Sinodo stesso, ossia quello di far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani, e ispiri ai giovani – a tutti i giovani, nessuno escluso – la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo". Quanta freschezza dalle parole del Vescovo di Roma, tale da avere un sogno: se per il Concilio Vaticano II doveva essere un "aggiornamento", questo Papa vuole un "ringiovanimento" della Chiesa Cattolica. È l'augurio che lui stesso ha fatto ai giovani di Palermo lo scorso 15 settembre e che ha attraversato come leitmotiv questo Sinodo: "Cari Giovani, sognate; sognate alla grande, non fatevi perdere la speranza di sognare".