Generatori di futuro Racconti e riflessioni della GMG nel cuore dell’America Centrale
Partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù significa ritrovarsi immersi in un’onda colorata di giovani da tutto il mondo che sprigiona energia positiva da ogni lato. Ti ritrovi a camminare al fianco di persone che vengono dall’Ecuador, dagli States, dall’Angola o dalla Slovacchia, e la provenienza in realtà importa poco, perché costituisce quell’input per iniziare conversazioni piacevoli, che si concludono poi in un abbraccio.
La prima GMG fu voluta da San Giovanni Paolo II, con il desiderio di unire tutta la gioventù del mondo. Si tenne a Roma nel 1985, proprio lo stesso anno che l’ONU dichiarò come l’anno internazionale della gioventù. «Sono i giovani stessi che hanno inventato la GMG» aveva affermato allora il Papa.
Questa 34° edizione della GMG, all’indomani del Sinodo dei vescovi su “I giovani, la fede, il discernimento vocazionale”, si è tenuta a Panama (e non a caso!) dal 22 al 27 gennaio 2019. Panama è geograficamente un luogo chiave, che mette in comunicazione Oceano Atlantico ed Oceano Pacifico e due continenti, l’America latina con l’America del Nord. In occasione dell’evento questo piccolo Stato ha aperto le sue porte a tutto il mondo. Ad accogliere i pellegrini, un grandissimo calore umano (oltre che quello climatico!) da parte delle famiglie panamensi che ha contribuito a rendere l’esperienza ancora più speciale.
Il tema della GMG è stato “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1, 38). La figura di Maria, ha più volte sottolineato il Papa Francesco, è per tutti i giovani un esempio di coraggio e di impegno. E’ una persona che ha messo in gioco la sua vita e tutta se stessa, rispondendo alla chiamata di Dio senza esitare. Anche lei era una giovane, ma questo non le ha impedito di servire il Signore. E su questo punto ritorna spesso il Papa, invitandoci a non procrastinare le nostre azioni, ma a vivere l’oggi con coraggio, a servizio delle nostre comunità. “Voi giovani non siete il futuro della Chiesa, siete il presente!”, ha affermato più volte.
Il cambiamento però non si fa da soli. Parla anche agli adulti il Papa, sottolineando con forza che abbiamo bisogno di modelli che ci accompagnino nel nostro cammino di fede e di impegno, dando valore alla memoria e sostenendo i nostri passi in situazioni che non sempre sono facili. La complessità è infatti qualcosa con cui dobbiamo fare i conti, anche quando ci risulta difficile. Spesso oggi si danno risposte facili a domande complesse e ai giovani viene chiesto sempre di più: pensiamo alle difficoltà nell’intraprendere un percorso di studi che ci piaccia, alla piaga della disoccupazione e dello stallo sociale.
“E’ triste - ci dice ancora una volta il Papa – vedere giovani che non riescono a pensare e a generare il futuro, per indifferenza o per rassegnazione”. Ma noi siamo capaci di cose grandi e abbiamo il diritto e dovere di sognare in grande. Quindi l’invito rivolto ai partecipanti presenti a Panama è stato quello di tornare a casa e testimoniare quanto vissuto e riflettuto in questi giorni, condividendo la gioia vissuta per le strade della capitale dell’America centrale.