Un’esperienza da conoscere “La casa di Ismail”
Nel 2015 viene pubblicato un romanzo dal titolo “Le avventure di Ismail” di Alessandro Dal Lago, sociologo con la passione per la narrativa, che con quest’opera racconta le disavventure di un minore che arriva solo in Italia e vive sulla sua pelle tutte le contraddizioni di una società restia ad accogliere e dominata dalla paura per lo straniero, ma pur sempre contaminata da semi di umanità e solidarietà. Quando comincia a farsi largo in alcuni di noi (tra cui P. Santino Colosi) l’idea di accogliere sul territorio barcellonese dei minori stranieri non accompagnati e, quando nell’estate del 2016 finalmente si partecipa al bando Fami per concretizzare il progetto di una comunità per MSNA, la denominazione “La casa di Ismail” appare quasi scontata. L’iter non è stato facile ma ottenuta l’approvazione del progetto, finalmente il 12 maggio 2017, con l’arrivo di due minori stranieri non accompagnati, provenienti da una struttura di prima accoglienza di Pozzallo, ha avuto inizio l’avventura de “La Casa di Ismail”. Ibrahim e Francis, l’uno proveniente dalla Guinea l’altro dalla Nigeria, hanno fatto da apripista a tanti altri giovani provenienti da Mali, Gambia, Bangladesh, Costa d’Avorio, Marocco, Egitto, Senegal e Sierra Leone, con le loro sofferenze vissute nel paese di origine ma anche nel percorso migratorio, soprattutto nei centri di detenzione in Libia. Questi ragazzi nutrono tante speranze in una vita migliore e spesso si prefiggono l’obiettivo di lavorare nel nostro Paese per mandare degli aiuti economici anche alle loro famiglie. In tutto ad oggi 26 persone sono state aiutate a costruire un percorso virtuoso in Italia, attraverso l’accompagnamento ai servizi del territorio e alle istituzioni scolastiche, grazie anche all’alfabetizzazione interna e a diversi laboratori utili a renderli più competenti e più pronti ad entrare nella società d’accoglienza. Tra i laboratori svolti ci piace ricordare “Principi d’arte: facciamo il punto” dell’associazione Ossidi di ferro di Barcellona P.G., il laboratorio “Cucina è cultur(e)” ideato e svolto dallo chef Giacomo Caravello di Milazzo, il laboratorio “Percorso a colori” realizzato da uno studio psico-pedagogico con la collaborazione di una grafologa e Il “Laboratorio di falegnameria”, in fase di esecuzione, per imparare a costruire arredi in legno, guidato dall’Arch. Marco Terranova. La forza di Casa Ismail in quasi 2 anni di esistenza è stata innanzitutto la capacità di lavorare con una forte sinergia tra tutti gli attori principali del progetto e cioè l’autorità Fami e il Servizio Centrale del Ministero dell’Interno, il Comune con l’amministrazione comunale e i servizi sociali e le cooperative Utopia e Oxfam Italia Intercultura. Casa Ismail è stata soprattutto al centro di una fitta rete di enti di matrice laica e cattolica, a partire proprio dalla parrocchia Santa Maria Assunta, in veste non solo di locataria della struttura in via mons. Celona, ma protagonista in tanti modi dello stesso progetto.
La città di Barcellona Pozzo di Gotto, già aperta da tempo alle contaminazioni culturali e all’accoglienza di persone proveniente da ogni angolo del mondo, ha ben accettato questo progetto e ha dato ai nostri ragazzi diverse opportunità tramite iniziative sportive, culturali e ricreative, ma in diversi casi anche di tipo lavorativo.
L’équipe di Casa Ismail, consapevole di questa storia di accoglienza, ha voluto fortemente interagire con le tante associazioni disponibili del territorio e si è avvalsa della collaborazione dei volontari e gli attivisti delle varie organizzazioni. Lunghissimo l’elenco delle associazioni con cui abbiamo collaborato, cercando anche di sensibilizzare la cittadinanza al tema delle famiglie appoggio pensate come rete solidale attorno ai ragazzi in uscita dal sistema d’accoglienza.
Casa Ismail, grazie alla dedizione di operatori e volontari, è stata fino ad oggi una famiglia tra le famiglie di Pozzo di Gotto ed è nostro auspicio continuare a mantenere questa connotazione familiare anche per il futuro. Come tutte le famiglie soffriamo nei momenti in cui un membro della stessa si allontana, ma come dei genitori – seppur con un nodo alla gola – speriamo che conquistino la loro autonomia e il loro posto nel mondo. Oggi sembra tutto molto difficile e nubi nere si profilano all’orizzonte per i nostri ragazzi, ma confidiamo nell’umanità delle persone chiamate ad applicare leggi e direttive ed in generale di quanti incontreranno questi giovani sul loro cammino.