top of page

Il progetto Malayika

Era la primavera del 2018 quando, a seguito del racconto di un amico, "è nata Malayika". Malayika è un personaggio di fantasia che racconta una storia molto vera, la storia di una famiglia africana che da 25 anni vive in un campo profughi. Sì, ormai siamo troppo abituati a sentire questi termini, a sentire parlare di guerre, di rifugiati, di sfollati e di campi profughi che le nostre menti occidentali immaginano come una grande tendopoli dove tante persone trovano riparo per sfuggire a una guerra, a una catastrofe naturale o a qualsiasi evento che possa essere definito "emergenza umanitaria".

Ciò che le nostre menti non immaginano è che queste piccole città con le "case fatte di tenda" (e che quando le tende diventano troppo vecchie spesso vengono sostituite da case di fango e bambù), queste città con i nomi alle vie e il perimetro delimitato da reti metalliche, restano in vita ben oltre l'emergenza, e migliaia e migliaia di persone trascorrono lì la loro esistenza. I genitori di Malayika vi sono entrati nel 1994, quando all'improvviso le loro vite normali vennero travolte dalla violenza, dal fuoco, dall'egoismo, dalla morte, ed oggi dopo 25 anni vivono ancora lì dentro, entrati come molti altri poco più che ragazzi, carichi di sogni e speranze. Sì, perché l'Africa è la madre della speranza e la madre della pazienza.

Questi ragazzi si sono sposati, sono nati dei bambini alcuni dei quali adesso sono giovani adulti, e sono ancora lì, quasi alla terza generazione. Malayika è nata per dare voce a queste storie, per raccontare di tanti bambini nati e cresciuti nei campi profughi nella loro stessa terra. Ma Malayika è anche una storia di speranza, una storia di persone coraggiose che con pazienza sono riuscite ad uscire dal campo, con l'aiuto di tanti amici.

Per questo, i fondi raccolti attraverso la distribuzione del quaderno sul quale Malayika è raffigurata, serviranno ad acquistare una casetta per permettere ad una famiglia composta da mamma, papà e sei bambini, di iniziare una vita fuori dal campo. È poco, è molto poco, ma è facendo ognuno "il suo pezzettino" che costruiremo insieme un mondo migliore.

bottom of page