“Cristo vive!” Il Papa scrive ai giovani
“E’ risorto, non è qui, Lui è vivo”: ecco l’annuncio gioioso che oggi, nella Domenica di Pasqua, risuona in tutte le chiese del mondo cattolico. “Lui vive e ti vuole vivo!”: è con queste parole, che portano un messaggio tutto pasquale, che papa Francesco inizia la sua esortazione apostolica dal titolo “Christus vivit” che, in nove capitoli, si presenta come una lettera in cui Francesco si rivolge con il suo stile direttamente alle nuove generazioni. Un messaggio per i giovani che però non esclude tutto il resto del “Popolo di Dio” perché, scrive il papa, anche “un’istituzione antica come la Chiesa può rinnovarsi e tornare ad essere giovane” senza cadere nella tentazione che per essere giovane debba necessariamente mimetizzare il suo messaggio e cedere a tutto ciò che il mondo contemporaneo offre. E’ il vescovo di Roma che tende la sua mano paterna ai ragazzi, chiamandoli come già aveva fatto a Panama “l’adesso di Dio”, quasi a voler stringere con loro un patto per costruire insieme un futuro migliore guardando con attenzione a quegli “snodi cruciali” che attraversano la vita della Chiesa e della società del terzo millennio e individuati nell’ambiente digitale, nella questione dei migranti, e nel tema degli abusi sui minori. Tutti argomenti delicati da cui non bisogna fuggire ma all’interno dei quali il Papa chiede anche ai giovani di aiutare la Chiesa perché ogni difficoltà ha la sua via d’uscita.
Al cuore dello scritto è affidato il grande annuncio per tutti i giovani, fatto di tre messaggi fondamentali “Dio ti ama”, “Cristo ti salva”, “Egli vive!” con i quali viene chiesto con forza ai giovani di vivere questo tempo che porta all’età adulta come un “dono”, senza accontentarsi di “stare al balcone o sul divano”, ma sapendo rischiare senza paura, puntando in alto, cercando l’amore, vivendo pienamente l’esperienza dell’amicizia e della fraternità e aprendosi all’impegno nella società, sentendosi “chiamati a testimoniare il Vangelo ovunque con la propria vita”. Di fondamentale importanza per il papa è il ruolo che la pastorale giovanile, in questo contesto, può svolgere puntando ad un linguaggio giovane che possa essere segno di vicinanza e di accoglienza senza però dimenticare, sottolinea il papa, che “qualsiasi progetto formativo, qualsiasi percorso di crescita per i giovani, deve certamente includere una formazione dottrinale e morale”. L’ultima parte dell’esortazione è dedicata al tema della vocazione e del discernimento in cui il Pontefice invita i giovani a capire che cosa Gesù vuole da ognuno, non inventandosi o creando se stessi dal nulla, ma scoprendosi “alla luce di Dio per far fiorire il proprio essere”, e per far ciò è necessario il discernimento che richiede anche “spazi di solitudine e di silenzio”. E’ ancora un’immagine tutta pasquale quella usata dal papa per concludere il suo scritto: è parlando di Giovanni, il discepolo amato, che corre verso il sepolcro vuoto di Cristo e arriva prima di Pietro ma lo attende prima di entravi che Francesco esorta un’ultima volta i giovani scrivendo: “Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti” - proprio come il giovane apostolo Giovanni fece con Simon Pietro - “abbiate la pazienza di aspettarci”.