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Tra luci e ombre Lo sguardo di un giovane prete sulla comunità cristiana

Sono molte le sfide che un giovane prete deve affrontare nella società contemporanea. Se da una parte si constatata la crisi di vocazioni, dall’altra le attese delle persone e delle Comunità sono più elevate. La prima sfida, molto personale, consiste nel trasformarsi da persona privata a pubblica. Si passa repentinamente dalla fase della formazione in Seminario alla vita parrocchiale, con tutto ciò che ne consegue. Ci si trova a dover prendere delle decisioni, assumere delle responsabilità, gestire relazioni con persone nuove, gruppi e associazioni. Inoltre, si passa da uno stile di vita ben strutturato (con orari stabiliti, pasti preparati) ad una quotidianità da gestire.

Per un prete giovane oggi parlare di fede o di alcune dimensioni della morale è difficile poiché il contesto non è subito disponibile ad accoglierle. Tuttavia parlare di Dio non è impossibile e c’è una ricerca di spiritualità, anche se i cammini personali sono più lunghi. Arrivare alla fede per i giovani ma anche per gli adulti è più impegnativo. Questo suscita nel cuore di un giovane prete il bisogno di rimotivarsi ogni giorno e di proporre dei cammini di fede adatti alle diverse realtà. Le parrocchie oggi richiedono un nuovo modo di svolgere il proprio ministero sacerdotale. Le condizioni di un tempo erano tali per cui un prete era chiamato a lavorare entro i confini della propria parrocchia. Oggi le persone non vivono solo nei confini della parrocchia e anche i preti devono distribuirsi sul territorio in modo diverso. Un giovane che si ritrova a guidare più di una parrocchia e ciascuna con modi diversi di pensare, vive la sfida quotidiana di una pastorale che sappia rispondere alle esigenze concrete di quel territorio.

In un clima in cui i cattolici non sono più la stragrande maggioranza, in cui la pratica religiosa non è più così diffusa, cambia il ruolo del prete. Le parrocchie, gli oratori in passato erano un vero luogo di riferimento. I giovani vi trascorrevano gran parte del tempo libero, riconoscendo nella figura del sacerdote un vero padre nel cammino di fede . Oggi i giovani hanno meno tempo libero ma anche molta diffidenza verso la figura del sacerdote. Credo, tuttavia, che i preti e la Chiesa abbiano ancora un annuncio bello e significativo da comunicare attraverso forme nuove e in modo più missionario, con uno sforzo di ricerca e una maggiore comprensione dei passaggi esistenziali che questi ragazzi stanno vivendo.

In conclusione, voglio citare quanto scriveva il Papa, San Giovanni Paolo II, nel suo libro “Dono e mistero” in occasione del 50° anniversario della sua ordinazione Presbiterale: «Il sacerdote è uomo a contatto con Dio che cammina col proprio tempo, e si fa ascoltatore attento e benevolo, ma insieme critico e vigile, di quanto matura nella storia». Credo che in queste poche righe sia racchiusa la vera sfida per ogni sacerdote.

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